«L’estate in alpeggio è a rischio». Era l’11 luglio, quando la Coldiretti lanciava l’allarme sulla situazione delle nostre montagne, dove cominciava a farsi sentire il problema della scarsità d’erba. Oggi, a più di un mese da allora e senza che ci sia mai stata una vera precipitazione, la criticità è irrimediabilmente peggiorata e la vera urgenza è ormai un’altra: l’acqua. Le montagne sono a secco e mentre i pascoli sono consumati dalla siccità, gli animali non hanno più da bere. In diverse zone è stato necessario intervenire con autobotti e chilometri di tubi per l’irrigazione. Ma è un equilibrio precario, che si ristabilisce giorno per giorno.
Per garantire la riserva idrica alle vacche in alpeggio, tutti si sono dati da fare. In primis gli allevatori, che hanno messo a disposizione i mezzi e hanno lavorato, dove possibile, per far arrivare l’acqua con l’impiego di tubi per l’irrigazione. Ma non sempre è bastato, e allora sono intervenuti i Comuni e i gestori degli acquedotti. Da Montaldo a Villanova, passando per Frabosa Soprana, sono stati organizzati veri e propri trasporti in autobotte, con le cisterne riempite dagli acquedotti nelle ore notturne.
Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 23 agosto 2017