Sleep Well Beast dei National: un bestiario elettronico delle assurdità del mondo

Berninger e compagni tornano con un album che spiazza per integrità e complessità tematica. E molte sono le speranze nella “bestia”

I National hanno raggiunto piena maturità artistica con il loro capolavoro, Boxer. Era il 2007, e la band si apprestava a scalare le classifiche degli album migliori dell’anno. A un decennio di distanza, dopo i memorabili High Violet (2010) e Trouble Will Find Me (2013), è uscito Sleep Well Beast, che, come annunciato dai membri del gruppo, li consegna alla musica elettronica.

In ogni canzone dell’album si percepisce chiaramente lo sforzo dei componenti di dare una veste nuova al sound. Il risultato è un raffinatissimo compromesso fra elettronica, rock alternativo e soluzioni orchestrali.

Dal canto loro, i testi dei brani non sono solo “influenzati dallo schifo e dalla follia” (così ha detto la band in una recente intervista), ma anche dalle inquietudini quotidiane. I primi due pezzi, Nobody Else Will Be There e Day I Die, racchiudono le angosce di un Matt Berninger (il cantante) alle prese con una relazione complicata. L’unica via di fuga dalla realtà è il distacco: Let's just get high enough to see our problems / Let’s just get high enough to see our fathers’ houses. L’album prosegue nell'elenco di altre miserie. In Walk It Back, una riflessione sugli errori commessi in passato, emergono in modo massiccio le influenze elettroniche. Ai sintetizzatori fanno da contraltare i ritmi incalzanti di batteria e gli arrangiamenti degli archi in Empire Line, che suona quasi come una condanna del proprio partner, e in I’ll Still Destroy You, costruito come un crescendo emotivo e musicale mozzafiato. Altre canzoni riprendono le soluzioni strutturali dei precedenti lavori dei National. In The System Only Dreams in Total Darkness, singolo che a detta di Berninger vuole essere un “ritratto astratto degli strani tempi che viviamo”, un assolo di chitarra spezza l’apparente dolcezza dei cori che segnano l’inizio del brano. Turtleneck e Carin at the Liquor Store sono più “elettriche” che elettroniche, e sono la dimostrazione che il gruppo ha ancora molto da dire anche in contesti sonori più asciutti. 

La title track, volutamente collocata in coda alle altre, è un pastiche sperimentale di note di piano e chitarra e suoni sintetici. Berninger non canta, ma recita cose sulla “bestia”. Ha detto che la bestia è la rappresentazione del “futuro dei suoi figli”, ancora dormienti e quasi inconsapevoli delle sfide che dovranno affrontare. Bisogna attendere che si sveglino. Che si sveglino al suono di Sleep Well Beast.

Una settimana fa The National hanno pubblicato sulla loro pagina di youtube il singolo Day I Die

https://www.youtube.com/watch?v=GwZvip416NU 

Nel live dello scorso luglio al Basilica Hudson presentano il brano che chiude il nuovo disco Sleep Well, Beast

https://www.youtube.com/watch?v=P8F2H1Urj2E

Matt Berninger e soci parlano a NME del nuovo disco

ttp://www.nme.com/news/music/national-talk-politics-lyrics-wild-new-album-sleep-well-beast-2093922

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