I locali della libreria Confabula sono ormai un punto di riferimento per la cultura monregalese, aperti al diffondersi di tutte le arti. In questo caso l’approccio è stato decisamente spiazzante per la presentazione del disco “Creature selvagge” che è valso a “La stanza di Greta” niente meno che la Targa Tenco come opera prima. Un’intervista che diviene musica mutandosi in lettura e teatro, improvvisato ovviamente, la formula sembra collaudata, e c’è molto di “D’improvviso “ in questa serata, cominciando da Marlen Pizzo magistrale interprete delle letture imprevedibili. L'attrice monregalese è qui in veste di intervistatrice consapevole, pronta a presentarci i Greta, partendo da San Mauro Torinese e da una collaborazione nata nel 2009 che vedeva i Greta musicare e Marlen recitare, fino a giungere al monregalese, ormai seconda casa del gruppo, grazie a Jacopo Tomatis chitarrista del gruppo e nativo di Mondovì. Il legame con Mondovì prosegue con i manifesti e le cover del disco, magistralmente griffati da Cinzia Ghigliano. Alla serata sono presenti fisicamente i 3/5 della band, ma spiritualmente tutti quanti. Oltre al già citato Tomatis, troviamo infatti Alan Brunetta alle tastiere e percussioni, e Leonardo Laviano alla voce e molto altro. Nel botta e risposta musica e dialogo c’è il tempo di presentare il progetto “Festival della musica bambina” che vedrà il suo apice nell’ultimo week end di settembre a San Mauro Torinese; “Creature selvagge”, title track del disco, è il primo brano che ci viene presentato e che rende al meglio la natura e lo stile del gruppo, capace con “Lisa”, secondo pezzo proposto, di regalare un ritratto romantico, ispirato e ammirato di uno dei personaggi del programma più irriverente dell’ultimo ventennio: i “Simpson”.
A fare da intervallo nella sequenza di canzoni la dissacrante rappresentazione della favola di Riccioli d’oro e dei tre orsi, pescata a caso nel settore infanzia della libreria, con una Riccioli d’oro d’eccezione. Lo sketch diviene spunto per una dimostrazione di ecletticità e adattamento di tutti gli interpreti, oltre alla capacità di non prendersi troppo sul serio. Passa il messaggio di come tutto possa divenire arte e spettacolo, come tutti gli oggetti possano essere strumenti e musica, e i Greta c’è ne hanno offerto un piccolo assaggio con alcuni di essi. Proseguendo con “Erri” e “Vita di Galileo” arriviamo ad un momento come si suol dire più alto, il disco è infatti impreziosito da un omaggio a Erri De Luca supervisionato dal celebre scrittore stesso e dal racconto decisamente alternativo del notissimo astronomo del ‘600. Il finale è un distillato di varietà e metamorfosi artistica: una lettura di un libro sui funghi diviene il preludio alla trasmutazione nel brano “Camarade Gagarin” dedicato al primo uomo in orbita attorno alla terra. La degna conclusione di uno spettacolo che permette di dirci come la qualità si possa trovare nascosta dappertutto, dietro a chi riesce ancora a divertirsi suonando, circondandosi di atmosfere familiari e goliardiche, ritagliandosi il proprio spazio con educazione, quasi con timidezza, una dote rara in un mondo dove ci si fa strada urlando.