La torre civica di Margarita torna all’antica bellezza: completati i lavori di restauro

Sono state ripulite le superfici, consolidato l’intonaco, restaurati dipinti di uno dei simboli della città

MARGARITA

Sono stati completati, dopo diversi mesi, i lavori di restauro alla torre di Margarita, commissionati dal Comune. Progettati e diretti dall’architetto Gemma Fulcheri, sono stati eseguiti dalla ditta Almavera SNC e dall’impresa edile Musso e Toselli, ed hanno avuto un’impostazione prettamente conservativa. La torre era interessata da fenomeni di degrado e usura: l’erosione che ha danneggiato diverse parti della torre, il distacco di zone di intonaco, la presenza di depositi superficiali, muschi e croste scure oltre naturalmente al deterioramento delle parti dipinte. Dopo la prima fase di indagine (anche sulla storia dell’edificio) e progettazione dell’intervento si è passati alla pulitura delle superfici, per poi consolidare l’intonaco e stuccare, con diverse procedure d’intervento a seconda della situazione delle varie aree. In seguito, si è proceduto al restauro dell’intera superficie pittorica. La torre ha così ritrovato la sua piena bellezza. Costruita nel XIII secolo, era sormontata da una merlatura ghibellina. Nel 1400 quando Margarita era sotto il dominio di Ludovico di Savoia, la torre venne  affrescata con gli stemmi del Signore e nella seconda metà del XVIII il Comune la sopraelevò, costruendo una cella campanaria sulla sommità della merlatura. Fu dipinto in quest’epoca lo stemma reale di Sardegna. Nel 1875 fu disegnato un quadrante, in vista dell’inserimento di un orologio che però non fu mai realizzato. Il primo intervento di restauro, del 1930, lo eliminò e riportò alla luce la merlatura e riscoprì le antiche pitture, oltre a effettuare altre opere edili che diedero al monumento la fisionomia che ha ora.

I lavori di restauro sono stati realizzati con il contributo della Fondazione CRC, nell’esercizio 2015-2016, della Fondazione CRT, nell’ambito del bando Restauri-Cantieri diffusi 2015, e della Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando Beni in Comune 2014, e sono stati eseguiti con la supervisione della Soprintendenza Archeologica (se ne sono occupati l’architetto Silvia Gazzola e il dottor Massimo Caldera).

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