Il pubblico ministero Massimiliano Bolla ha chiesto al tribunale di Cuneo la condanna a 8 anni per I.M., ex capo manutenzione della Torino-Savona. Le imputazioni erano di concussione peculato nei confronti di imprenditori e artigiani.
Secondo la Procura l'uomo sfruttava la propria posizione per ricattare e chiedere, in cambio di appalti per l’autostrada, lavori per se stesso. “Gli imprenditori cui chiedeva favori non avevano scampo, o accondiscendevano oppure smettevano di lavorare per la Torino-Savona – ha esordito Bolla nella requisitoria davanti al collegio presieduto da Elisabetta Meinardi -. Nel processo ne abbiamo sentiti almeno una dozzina e tutti hanno spiegato il modo di agire di I.M.”.
L’imputato è stato denunciato dai due titolari di un'impresa di Fossano, ora fallita. Entrambi erano costituiti parte civile ma hanno ritirato la loro partecipazione dal processo perché risarciti con 60 mila euro, somma frutto di una transazione. Secondo la Procura, grazie a loro, I.M. ottenne a costi irrisori la “trasformazione” di un rudere da 15 mila euro a Vado Ligure in una villa bifamiliare da 600 mila. Lo stesso, ma da altri imprenditori e artigiani, per una casa a Monastero Vasco.