“Solo alcuni decenni fa un incontro come questo, che vede una pastora valdese parlare di Maria di Nazareth nella chiesa di un Monastero di Sorelle Clarisse, sarebbe stato impensabile – ha esordio così Maria Bonafede, che fu dal 2005 al 2012 moderatora della Tavola valdese, mercoledì scorso proprio a Vicoforte, davanti a una platea numerosa, con presenze di amici della Chiesa valdese metodista di Mondovì e della comunità della Chiesa ortodossa monregalese -: molte cose sono cambiate in questi ultimi tempi, così sono qui per condividere quella convinzione del pastore Paolo Ricca secondo cui ‘se il culto a Maira ci divide, la sua figura biblica ci unisce fortemente’…”. E la riflessione è stata molto densa, tra differenze evidenti e punti di incontro. In un atteggiamento di ascolto reciproco, di sottolineature diverse, di sensibilità anche distanti a confronto. Ha presentato l’incontro don Egidio Motta, responsabile della Commissione diocesana per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, che ha ricordato il cambio di passo marcato, rispetto alla presenza ed alla figura di Maria nella Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano II, negli anni ’60, con il ritorno ad uno sguardo su Maria come prima discepola del Signore e modello di sequela per il credente, come presenza che conduce a Cristo suo figlio, come Vergine e Madre in cui la Chiesa deve specchiarsi con queste vocazioni. “E’ un tema, quello su Maria – ha detto don Egidio Motta – che sa di attrito tra mondo cattolico e riforma protestante, ma siamo qui a parlare senza attrito, con intento di ascoltarci vicendevolmente, e di capirci su quanto ci unisce e su quanto ci divide, in autentica fraternità”.
La figura di Maria nella riforma protestante: ciò che unisce e ciò che divide
Incontro interessante, schietto, rispettoso delle diversità, con la pastora valdese Maria Bonafede, al Monastero delle Clarisse a Vico