C’è un pregresso nella vicenda dell’incendio che la settimana scorsa ha interessato un capannone a lato della Fondovalle Tanaro, in località Pelle, nel territorio del Comune di Farigliano. Infatti quella stessa area fu posta sotto sequestro dal Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e forestale dell’allora Corpo Forestale del Comando provinciale di Cuneo che operando in collaborazione con i colleghi delle stazioni di Alba e Ceva, oltre che con la presenza dei tecnici dell’Arpa di Cuneo. Allora gli agenti scopersero come i capannoni fossero diventati sede di deposito di rifiuti di varia natura, per 1.300 metri cubi di materiali abbandonati, comprendente varie decine di autoarticolati, decine di big-bags con rifiuti derivanti da attività di verniciatura, oltre a cartucce filtranti a carboni attivi. A seguito di ciò scattò la denuncia del proprietario dell’area, F.V. di Farigliano, che, assistito dall’avv. Luisa Marabotto, lunedì 16 ottobre è stato condannato per il reato di “mancata osservanza dell’ordinanza del sindaco, per eseguire la bonifica del sito”, a tre mesi di arresto. Sempre davanti allo stesso Tribunale è pendente poi anche il processo per il reato di “emissioni non autorizzate, raccolta e smaltimento non autorizzato di rifiuti” al giudice monocratico del Tribunale di Cuneo, scaturito a seguito degli accertamenti svolti nella stessa data del 2013 dagli allora agenti del Corpo forestale.
Rifiuti nell’ex-polleria andata a fuoco: ora si scopre che il proprietario era stato condannato
Capannoni a Farigliano oggetto di un sequestro del Corpo forestale nel 2013 e scenario di due incendi qualche giorno fa.