L’evoluzione parodistica del Villain: Cattivissimo Me 3

Il terzo capitolo delle disavventure del supercattivo pentito permette un'analisi sulla costruzione del personaggio Gru, e sul mutare del ruolo dell'antagonista

Nell’immaginario collettivo la parodia è sempre stata considerata un cinematografia di serie B, divertente sì, ma parassitaria, ma se in passato i lavori erano decisamente grossolani con l’avvento del regista Mel Brooks molto è cambiato, alcune sue pellicole come Mezzogiorno e mezzo di fuoco e Frankestein Junior (entrambe del 1974) hanno permesso che la qualità si elevasse, consentendo al genere  di ritagliarsi una certa dose di rispetto e credibilità, con un nutrito seguito di fan e apprezzabili autori, capaci in alcuni casi di opere ricordate più delle loro stesse fonti d’ispirazione, goliardate  intrecciate con valide e corpose intuizioni. Se la costruzione del protagonista richiede maggiore attenzione quella dell’oppositore permette una maggiore esuberanza e ovviamente un pizzico di follia, prestando il fianco ad una più semplice presa in giro, ecco perché questa tipologia di personaggi è stata maggiore e migliore fruitrice del cinema parodistico, oltre a questo di vitale importanza sono le fonti da cui attingere, perché se si vuole parodiare qualcosa è necessario scegliere un argomento che più o meno tutti conoscano; concentrandoci maggiormente sull’aspetto cinematografico ecco che troviamo tra i più gettonati le grandi saghe, ma anche i prodotti mainstream e i titoli di successo(anche di critica) risultano essere molto bersagliati, anche le situazioni all’interno della trama hanno voce in capitolo: horror, avventura, fantascienza e spionaggio ne sono in questo caso i maggiori dispensatori.

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Cattivissimo Me non è una propriamente una parodia, non “ruba” direttamente a qualche altra pellicola, e Gru non è più un vero cattivo, ma può tranquillamente considerarsi  il risultato di una contaminazione di parodia ed evoluzione del prototipo di antagonista, partendo appunto dal suo protagonista e dalla struttura della trama entrambi ispirati dal genere di spionaggio e quindi ovviamente dalla sua saga più identificativa: 007 James Bond. La saga ideata dallo scrittore Ian Fleming ha scritto le regole dello spionaggio d’intrattenimento, forte di un canovaccio divenuto modello da seguire e personaggi  identificativi e carismatici, particolarmente interessanti sono appunto gli antagonisti, veri e propri caratteristi umani del male, individui anatomicamente fedeli alle teorie lombrosiane, dotati genialità sfociante nella follia e privi di scrupolo, soprattutto nell’utilizzo di sofisticate e costosissime  tecnologie, questi tratti hanno consentito loro di divenire iconici ed affascinanti, ma al contempo gli hanno gettati in pasto ad ogni possibilità di parodia; tra le numerosissime nello specifico da ricordare la trilogia di Austin Powers, film che hanno visto l’attore comico Mike Myers moltiplicarsi in più ruoli, dissacrando completamente soprattutto quello del cattivo “Il Dottor Male”, appunto l’ideale malvagio del mondo dello spionaggio, consentendogli però di superare in importanza il suo avversario buono e titolare della serie. Ecco il ribaltamento dei ruoli. Con Shrek (2001) avremo infatti il cambio di rotta decisivo: parodiando le favole più famose l’orco verde ribalta completamente i ruoli e segna una nuova tendenza, che proseguirà sempre nell’animazione con Monsters & Co e con i nuovi lavori di Tim Burton; ora i cattivi sono diventati buoni, come appunto Gru nel primo Cattivissimo me, ma se i malvagi sono nati tali, tali devono restare esteticamente, sempre per seguire le teorie lombrosiane, che nel linguaggio cinematografico sono sempre andate di moda, e così Gru lontano parente dei nemici di James Bond, convertito al bene mantiene un aspetto lugubre e terrifico che impatta col nuovo animo gentile e affettuoso, creando una forma di grottesco che è fonte di comicità.

Il crimine non paga è uno dei slogan più gettonati nel mondo dell’intrattenimento, Cattivissimo Me sembra burlarsi anche di questo termine, in quanto Dru fratello di Gru, vive nel lusso più sfrenato cavalcando la sua attività criminosa, mentre il passaggio alla lotta al crimine ha causato a Gru ristrettezze economiche e la perdita del lavoro, con conseguente ribellione dei Minions, fonte della divertente scena che contrappone il Gru attuale con quello di un tempo, evidenziando il maggiore appeal della versione malvagia; i due fratelli agli antipodi in tutto faranno però squadra per controbattere il nuovo nemico di turno. Ma se i cattivi ora sono buoni e i nuovi cattivi divengono anch’essi buoni, chi è il cattivo adesso? La risposta che ci vuole fornire il film sembra essere un periodo storico, nella fattispecie gli anni ’80, l’antagonista è infatti Balthazar Bratt, nostalgico bimbo prodigio di quel periodo, rimasto a piedi dal passare delle mode, il suo personaggio è un incubo vintage per il presente, col suo ciuffo e la giacca con le spalline, armato di chewing gum e keytar, strumenti di divertimento un tempo, causa di distruzione ora, almeno nel mondo di Cattivissimo me.

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