le #classiFICHE straniere: nelle scelte internazionali si premia l’avanguardia

Viter Luna propone le sue scelte degli album Top30 del 2017 e la TOP 10 dei singoli stranieri. Ampio spazio alla musica d'avanguardia, al jazz ed al rock di frontiera. Si confermano i Mogwai, un po' di delusione da the XX. Loyle Carner, nuovo astro nascente del rap, e St. Vincent, nuova Madonna?

Perchè scegliere 30 titoli all'interno di una classifica? Perchè non 50, o addirittura 100 o perchè, al contrario, non ridurre tutto a 10 album? Gli ascolti sono stati numerosi anche in questo 2017, e probabilmente si sarebbe potuto trovare qualcosa da dire per i primi 50 album in classifica; viceversa concentrare tutto sui primi 10 nomi che hanno raccolto l'attenzione di chi vi scrive sarebbe stato troppo riduttivo.
Alla fine la classiFICA è una occasione per parlare un po 'di quello che muove e connota il mondo musicale, con gli occhi - ovviamente - privilegiati di chi scrive. Rispetto al sentire comune forse quella di quest'anno sarà una classifica che lascia poco spazio al rap e al soul internazionale (che invece un po' ovunque pare riscuotano molta considerazione); quello spazio è stato occupato dal tempo dedicato all'ascolto del genere in ambito italiano. Ecco spiegata la ragione per cui quando, a tavolino, si decide di volta in volta quali album ascoltare si finisce col pescare soprattutto nei mondi che si preferiscono per gusti o in quelli che, per tradizione, vengono riconosciuti maggiormente come propri.

La Top 30 "spiegata"

Colin Stetson "All This I Do for Glory"
Tenere incollati all'ascolto per quasi un'ora, più di una volta, facendo barrire il proprio sassofono non è cosa da tutti. Certo che quello di Colin Stetson è un disco sicuramente di nicchia, ma di quelli che se e quando ti arrivano dentro, te ne innamori praticamente al primo ascolto e non ne puoi più fare a meno. L'individuazione del disco che sta in cima ad una classifica può avere diverse spiegazioni e sfaccettature. Nel 2017 quello di Stetson è stato in assoluto l'ascolto che più ha spiazzato, impressionato, incuriosito e dato la sensazione della novità. Un disco estremo, totale, appagante.

Penguin Café "The Imperfect Sea"
Se non si fosse scagliato sulla terra il fulmine del disco di Stetson, avrebbero vinto la palma del migliore. La "vecchia" Orchestra, si è rifatta il look, e nonostante gli anni emoziona ancora. The Imperfect Sea è un disco bello, dall'inizio alla fine, tutto da ascoltare, ricco di sonorità, di un jazz che sconfina nella musica contemporanea pieno di rievocazioni che sanno di un rock che pare oramai defunto: in questo disco si sente di tutto, da John Zorn ai Kraftwerk, non solo per un fatto di citazioni, ma anche di "geografia" mondiale della musica. C'è il suono "classico", nella sua espressione più alta e più bella che si possa trovare, universale.

Four Tet "New Energy"
È senza dubbio il re indiscusso della musica elettronica in questo momento, capacità di creare e illuminare, creatività allo stato puro. Una gemma di rara bellezza. Anche i dischi più belli di fronte a questo suo lavoro perdono consistenza, perchè New Energy ha la capacità di essere un disco "pensato", in cui ogni nota ed ogni effetto ha una propria giusta posizione, senza nulla togliere all'emozione: nè troppo razionale (come spesso l'elettronica finisce con l'essere), nè troppo derivativo di altro (come spesso molti ci hanno abituato). Originale.

Slowdive "Slowdive"
Il primo disco di "canzoni" che occupa i vertici alti di una classifica in cui il fil rouge dominante tende ad essere l'elemento strumentale. La stessa definizione di forma Canzone, per un brano degli Slowdive, è cosa ardua: quelle della band inglese sono autentiche cavalcate nell'etereo, riverberi e feedback, viaggi nell'introspezione e nella ricerca sonora. A quasi 20 anni dall'ultimo disco la band di Reading torna con un album che sa un po' di tuffo nel passato, ma che offre allo stesso tempo un saggio di quello che potrebbe essere il rock, oggi. Romanticismo sulle ali dello shoegaze.



<p>Gli Slowdive

">

LCD Soundsystem "American Dream"
Se con gli Slowdive si guarda allo shoegaze degli anni '90, agli esatti antipodi si può considerare American Dream: un perfetto concentrato di cosa sia oggi il pop rock, un meltin' pot di generi, crocevia di incontri, elettronica che va a braccetto con ritmiche sostenute, a cui ci si appoggia con il canto. Il disco degli LCD Soundsystem è teso, non perde colpi ed offre all'ascoltatore alcune autentiche "chicche". Un bel modo di raccontare il sogno americano.

St. Vincent "Masseduction"
Fosse nata a metà anni '70, Anne Erin Clark, che in casa tutti chiamano Annie, sarebbe potuta essere la nuova Madonna. Purtroppo per lei e per noi St. Vincent è nata proprio quando Veronica Ciccone stava per cominciare a calcare i palchi di New York, ed oggi, a 35 anni, è relegata a "diva" dell'indie. Ma con questo disco questa incredibile performer ha deciso di confrontarsi con il proprio pubblico in modo diverso, più maturo. Si fa critica sociale in modo schietto, con meno spocchia e una bella dose di coraggio, osando, andando a utilizzare gli stessi canoni che vengono criticati, in un gioco di specchi che risulta potente e accattivante. Perchè come Annie ci vuole raccontare siamo tutti destinati a subire la seduzione delle masse.



<p>St Vincent e le foto per la copertina di Masseduction</p>
<p>

Mogwai "Every Country's Sun"
I Mogwai tornano con un full length che convince. Il discorso che si potrebbe fare su di loro è più o meno lo stesso di quello che andrebbe fatto per i GodspeedYou! Black Emperor, ma con qualche distinguo. I Mogwai sono la band punk rock forse più sottovalutata del mondo musicale; e sono ancora oggi la migliore band di post rock in circolazione, per la capacità di parlare non solo ai più puristi del genere, ma quella capacità di prendere un genere di nicchia e renderlo accessibile (ed è un peccato che ancora troppa poca gente abbia assistito ad una loro performance). Every Country's Sun è un disco 100% di quei Mogwai che (fatte salve qualche timida eccezione) non si sentivano da un po', e sebbene nel finale perda un po' di mordente, merita ampiamente la top 10.

Loyle Carner "Yesteraday's Gone"
Una delle sorprese migliori di questo 2017 arriva, manco a farlo apposta, dal rap, genere che insieme al "new soul" sta tornando prepotentemente nelle classifiche e nelle play list di mezzo mondo. Loyle Carner ha stupito e impressionato incredibilmente per il suo piglio con il genere, quasi quanto il Kendrick Lamar di To Pimp a Butterfly (che per altro il giovane rapper inglese cita). C'è l'intensità dei The Roots e quella dei Public Enemy in un disco che per quanto inglese sembra davvero tanto appartenere (e suonare) come il meglio del genere della east coast USA.



<p>Loyle Carner, il nuovo

">

GODSPEED YOU! Black Emperor "Luciferian Towers"
A chi crede che il rock "rumoroso" sia morto, i Godspeed You! Black Emperor regalano una nuova perla di densità della loro capacità artistica. Parlare di semplicità nel loro caso è assai difficile, piuttosto si potrebbe dire che il monolite è destinato ad abbattere quelle Torri del Male che la nostra società sonnecchiamente erige. Un disco talmente granitico da aver bisogno di un'attenzione che è davvero difficile prestare per l'intera durata del disco. Questa la pecca principale di un gran bel disco.

William Basinski "a Shadow in Time"

Quello di Basinski avrebbe probabilmente meritato ben altre, e più alte, posizioni in classifica perchè A Shadow In Time è una meravigliosa messa da requiem dedicata al compianto David Robert Jones, alias David Bowie. Il disco di Basinski è un viaggio nelle atmosfere del sogno che, di tanto in tanto, richiamano e rievocano con lunghi intensi accenni di sax i suoni e le atmosfere dell'ultimo disco del Duca Bianco (che solo il pensiero emoziona) e quelle di cui si servì Vangelis per dipingere le atmosfere sonore degli spazi di Blade Runner. Un viaggio nel passato e nel futuro, meraviglioso che tuttavia, come per i GY!BE, richiede una abitudine all'ascolto non proprio da neofita. E la cosa può bloccare anche l'ascoltatore curioso, ma poco avvezzo a certe sonorità particolarmente dilatate.

Lali Puna "Two Windows"
Avere 20 anni di storia e non sentirli, o quasi. O per lo meno tornare, a sette anni di distanza da Our Inventions, opera con poco mordente, con un lavoro che riporta il quartetto teutonico a livelli assai considerevoli, non è cosa da poco. Le due porte sull'elettropop sono spalancate, e la ventata d'aria che circola è tutta fresca.

Feist "Pleasure"
La sua è musica semplice, si discosta poco dai canoni a cui ci ha abituati negli ultimi anni. Ma lo sa fare sempre molto bene, e con una capacità di stupire sempre nei propri album. Il piacere che si prova nell'ascolto di questo nuovo disco è a dir poco sorprendente. I brani rimangono in testa, e ancora di più la percezione della bellezza della voce di Leslie Feist.

Kiasmos "Blurred"
Un disco di elettronica da ballare e da gustare, raffinato. Corto, con qualche rmx in fondo alla lista che lasciano più il gusto della raccolta che non dell'opera complessa. Un modo per regalarci un'altra prospettiva della poliedricità artistica di Ólafur Arnalds and Janus Rasmussen.

Bonobo "Migration"
Ad inizio anno l'ascolto di questo disco fece scalpitare e non poco, perchè Migration è davvero un bel disco di musica elettronica. Però poi, quando poco alla volta gli ascolti lungo una annata si stratificano, uno pensa che forse da uno come Bonobo non ci sarebbe aspettato solo il compitino, ma qualcosa in più (quello che, al contrario, riesce magnificamente a Four Tet).

Grizzly Bear "Painted Ruins"
Come offrire una bella idea di cosa sia oggi il pop rock ce l'hanno anche i Grizzly Bear che, anche loro, difficilmente sbagliano un disco. Ci sono delle belle canzoni in questo album, che rimangono in testa. Un po' poco per far acclamare la sorpresa, ma un disco pur sempre molto godibile.

Alt-J "Relaxer"
Gli Alt-J sono una di quelle band che più in assoluto dimostra di avere in testa un'idea molto chiara di quello che vuole fare, e di aver trovato anche il modo migliore per riuscire a far parlare generi che, almeno in apparenza, potrebbero sembrare assai lontani come il folk e l'elettronica. E se uno ascolta il disco partendo dalla prima traccia 3WW ha la sensazione che questa band abbia tutte le qualità per essere i Radiohead dei giorni nostri. Peccato che questa grande capacità di sapere chi si sia e cosa si voglia, poi, quando lo si deve trasmettere agli altri, non arrivi con la stessa immediatezza. E il disco finisce con l'avere un paio di cali di tensione di troppo. Peccato. Per riprendersi si consiglia la visione della loro session a KEXP Radio, in 20 minuti la band dà il meglio di sè e spiega molto bene tutto il suo progetto

Piano Magic "Closure"
Il discorso per i Piano Magic potrebbe assomigliare molto a quanto detto in precedenza in merito agli Slowdive, con la differenza che Closure dopo un pregevolissimo avvio ed un brano di 10' che tiene incollato l'ascoltatore, cali un po' alla distanza.

Me and That Man "Songs of Love and Death"
Un'altra bella sorpresa e la sensazione che i "vecchi" songwriter americani che provengono dalle profonde radici del blues, voce roca e chitarra, non siano ancora tramontati del tutto. Definirli come una combo "alla Jhonny Cash", è forse (e davvero) un po' troppo, ma Songs of Love and Death ha stupito e piacevolmente impressionato.

Cody ChesnuTT "My Love Devine Degree"
Uno dei geni più incompresi ancora del soul degli Stati Uniti d'America, o forse uno di quegli artisti che, pur avendo conosciuto la fama, preferisce vivere la propria vita d'artista sui palchi. Anche questa nuova fatica di Cody ChesnuTT è un pregevole viaggio nel soul, intesa proprio come anima delle persone. Un artista incredibile per una voce che, sola, riesce a catturare tutta la forza che vengono convogliate da musica e parole, ma a volte questo elemento può non bastare per dare struttura ad un album intero. Un viaggio che è un po' autoreferenziale, ma forse perchè - come lo stesso Cody ci canta - la pace è prima di tutto uno stato dell'anima.

the National "Sleep Well Beast"
Una di quelle band che richiede, almeno a chi scrive, una lunga, talvolta lunghissima, gestazione nell'ascolto dei nuovi lavori. Come per Trouble Will Find Me, l'ascolto di Sleep Well Beast non è ancora arrivato alla sua completa digestione, ed essendo stato pubblicato in un periodo dell'anno a ridosso dell'autunno non ha ancora avuto una sufficiente sedimentazione. Il disco è indiscutibilmente bello, e la voce di Matt Berninger continua ad affascinare parecchio, ma qualche perplessità in più rispetto al precedente la propone (anche più d'una).

SAMPHA "Process"
Il nuovo angelo del soul, di quelle figure che già prima di ascoltarlo hai già sentito o letto un sacco di pareri positivi e queste notizie in qualche modo ti predispongono all'ascolto. Quando poi l'ascolto arriva e si sedimenta e lo affianchi a tante altre cose (Carner, Me & That Man, ChesnuTT), allora se ne comincia a ridefinire i contorni e lo spessore.

Flaming Lips "Oczy Mlody"
I Flaming Lips rappresentano, personalmente, forse la personale migliore live band mai vista prima d'ora. Ma mai una band adorata dal vivo come loro è riuscita a ripagare della stessa moneta il piacere in fase di ascolto di un intero disco. Un peccato anche se Wayne Coyne e soci continuano a rappresentare uno dei più interessanti collettivi artistici che gli Stati Uniti offrono oramai da più di 30 anni.

Sleaford Mods "English Tapas"
Gli Sleaford Mods sono una delle band più divisive degli ultimi anni: o li si ama o li si detesta, con lo stesso grado di hype. I loro dischi si differenziano poco l'uno dall'altro, e sono un concentrato adrenalinico di parole e basi: metallo e birra. I bassi fondi delle East Midlands non potevano avere migliore colonna sonora.

Matthew E. White & Flo Morrisey "Gentlewoman, Ruby Man"
Un album quello di Matthew E. White in coppia con Flo Morrisey che è un qualcosa a metà tra l'esercizio di stile per le cover e una reinterpretazione del genere. Un bell'esperimento per un ascolto godibile, e anche reiterato.

Julie Byrne "Not Even Happiness"
Una giovane cantautrice, voce e chitarra, che non fa nulla di nuovo e nulla di diverso dal cantare voce e chitarra. Ma quello che fa lo fa bene e la passione gliela si sente in ogni singola nota.



<p>Julie Byrne, è nata una nuova cantautrice</p>
<p>

Ryuichi Sakamoto "Async"
Di lui si può dire e raccontare di tutto e di più, è sicuramente uno dei compositori più illustri e illuminati del nostro tempo, forse lo spazio dedicato alla musica strumentale "altra", a tolto spazio a lui.

The War on Drugs "A Deeper Understanding"
Il discorso fatto per The National è facilmente ricalcabile per The War on Drugs, con il problema di aver avuto minore spazio da dedicare alla sedimentazione ed all'ascolto

the XX "I See You"
La vera e propria delusione dell'alta classifica di questa annata. Da loro ci si aspetterebbe di più e la sensazione è che il giochino si sia un po' rotto. Qualcosa di pregevole lo si percepisce, ma un po' pochino.

Tinariwen "Elwan"
La musica dell'Africa riserva sempre un sacco di fascino e quello dei Tinariwen, un po' come in passato Bombino, rappresenta un progetto a dir poco interessante.

Xiu Xiu "Forget"
Nel gioco dell'effetto nostalgia, ad occupare l'ultimo posto in una classifica di 30 dischi comunque apprezzati, se la giocavano in due, gli Xiu Xiu ed i Boss Hog. Hanno vinto i primi perchè il loro disco è un percorso più definito rispetto alla allegra brigata della coppia Spencer/Martinez che propone un rock sempre bello avvincente, ma meno convincente lungo tutto lo sviluppo di un disco.



<p>Suonala ancora, Sam! (la Top10 dei migliori singoli stranieri)</p>
<p>

Ed eccovi alcuni degli ascolti proposti in questa Top10

1) Coolverine, Mogwai: mirabolanti cavalcate sonore e basi ritmiche sempre belle presenti. Il pezzo va in coppia con il successivo perchè è proprio l'accoppiata ad essere vincente. 

www.youtube.com/watch?v=8ZocDT3TmAE 

2) Party In The Dark, Mogwai: prima il pezzo strumentale e con il crescendo emozionale, poi quando la tensione è stata rotta allora l'emozione deve diventare prepotente e ci si può gettare nella bolgia di un party. Il cantato aiuta a sostenere un brano che per quanto ricco di suono è molto pop nella sua struttura melodica. La mutazione melodica è oramai avvenuta.

www.youtube.com/watch?v=lF4KJ-T8yAI 

3) How Do You Sleep, LCD Soundsystem: se non ci fosse l'elemento emozionale a portare in auge i Mogwai, questo sarebbe il brano perfetto. Ha tiro, incuriosisce per quella ritmica di avvio e poi diventa una cavalcata musicale a metà tra un live punk-rock ed una session di musica techno. Il climax è continuo e costante, ipnotico, pieno di fascino e di suoni. Si completa un podio in cui lo stile e la raffinatezza vanno a braccetto con una componente "tamarra" che non è da sottovalutare in un singolo di questo tipo.

www.youtube.com/watch?v=IBLagwi_m2c 

4) 3WW, Alt-J: quanto scritto in precedenza in merito all'album, si declina altrettanto perfettamente nel brano che apre Relaxer. Estro e originalità (la creazione di una storia per la narrazione video del brano), che vanno a braccetto con un senso del gusto particolarmente pregevole, e quando il velo copre gli occhi della defunta e partono gli accordi di chitarra il brano ha già vinto. L'emozione è arrivata diretta, come un colpo al cuore in una dimensione a metà tra la registrazione in studio e la presa diretta in uno spazio abitato.

www.youtube.com/watch?v=ZwBkXgWNs_M 

5) Ricercar, Pengui Café: se eleganza ed estro sono parole ancora ricche, allora il brano dei Penguin Café ne esaltano il contenuto. Un brano semplicemente perfetto che culla e porta ovunque nel suo ricercar la dimensione di relatività tra pensiero e materia. L'apporto di Nils Frahm in questa versione live ne risalta le qualità.

www.youtube.com/watch?v=NQMHLVZhn80 

6) Blurred, Kiasmos: un altro brano semplicemente perfetto per la sua capacità di coniugare i generi (elettronica, dance, rock, musica contemporanea) in un viaggio fatto di suono, immagini e suggestioni, emotive e mentali. E' il brano per quegli animi che cercano un angolo di pace nella propria irrequietezza.

www.youtube.com/watch?v=ZtKbzc9LKDE 

7) Lush, Four Tet: una delle ragioni per le quali Four Tet si è guadagnato la palma del podio è grazie a questo brano. La musica è il suono della matematica, e la matematica si esprime attraverso il suono. Lush ne è l'emblema, la razionalità asservita all'emozione.

www.youtube.com/watch?v=9F4g5pBrEYE 

8) Slomo, Slowdive: il brano dedicato a tutti quelli che ritenevano che lo shoegaze fosse un genere oramai defunto e che, ancor peggio, non fosse più capace di regalare emozioni.

www.youtube.com/watch?v=vpNlwsBQ1E4 

9) Mourning Sound, Grizzly Bear: un altro brano perfetto, in cui la componente ludica dell'intrattenimento del video gioca con l'irriverenza e con chi cerca un modo per comunicare fuori dagli schemi, originale, e mai banale.

www.youtube.com/watch?v=BDQ7KgvwfaQ 

10) Closure, Piano Magic: con questo brano in cui la chitarra gioca un ruolo fondamentale lungo l'intera durata del brano (più di 10') si conclude una lunga "cassetta" di ascolti; un tuffo in quello che rappresenta ancora oggi l'anima più pura del rock, stupire

www.youtube.com/watch?v=8uhYW2GB34A 

RI-FONDAZIONI: Raviola in SP, Gola in CRC e Robaldo punta al “tris”

Le ruote hanno girato in meno di 24 ore. «Mi lascio alle spalle otto anni di impegno in CRC e si apre una nuova sfida in Compagnia San Paolo». Lunedì 15 aprile Ezio Raviola...

Stasera al Liceo torna la “Notte del Classico”

Venerdì 19 aprile dalle ore 18 in poi, nei locali del Liceo “Vasco-Beccaria-Govone” di Mondovì, si terrà la X edizione della “Notte del Classico”, ideata dal prof. Rocco Schembra, che negli anni ha visto...

Conitours rinnova il Consiglio d’Amministrazione: nei prossimi giorni l’elezione cariche

L’innovativa Sala Multimediale Outdoor, realizzata grazie ad un apposito progetto del Ministero del Turismo, ha fatto da palcoscenico, lo scorso 17 aprile, all’assemblea dei soci di Conitours, il consorzio di operatori turistici della provincia...

Il cavallo di Napoleone: l’ultima impressionante opera, di Franco Alessandria

L'ultima opera dell'artista Franco Sebastiano Alessandria trasmette una potenza e, allo stesso tempo, una vitalità disarmanti. Ricoprendo la struttura in ferro con una speciale malta cementizia, l'autore questa volta stupisce davvero il pubblico, plasmando...

Mongolfiere: eletto il nuovo Direttivo Aeroclub, Giorgio Bogliaccino confermato presidente

Unico candidato ed eletto “per acclamazione”, il pilota Giorgio Bogliaccino è stato confermato presidente dell’Aeroclub Mongolfiere di Mondovì. Le elezioni si sono svolte nell’assemblea di mercoledì 17 aprile, per il mandato 2024-2028. Nel nuovo...
Nord Sud Castello Cigliè

Nord vs Sud: la disfida dei vini “Al Castello” di Cigliè

Venerdì scorso si è svolto il secondo appuntamento delle “4 sere Al Castello” di Ciglié, con l’intero ristorante dedicato all’evento “Bolle al buio - Sicuri di essere grandi intenditori di bollicine?”, in cui vini...