Temono un licenziamento di massa ora che, dicono, è dietro l’angolo. Dopo la nuova sentenza del Consiglio di Stato, migliaia di maestre della Primaria potrebbero essere escluse dalla graduatoria ad esaurimento (GAE) e spostate di fascia: una decisione che si abbatte sulla pelle delle insegnanti, ribaltando il precedente pronunciamento che definiva il diploma magistrale un titolo abilitante e rischiando di creare una disparità di trattamento tra i diplomati magistrali che hanno ottenuto il ruolo definitivo e coloro che se lo vedono strappare via. Alla protesta nazionale, indetta dai Cobas per lunedì 8 dicembre, c’erano anche insegnanti di Mondovì e di Ceva, che hanno temporaneamente messo in pausa le lezioni per andare a manifestare a Torino sotto i portoni dell’Ufficio scolastico regionale.
Da Mondovì e Ceva è partito un gruppo di maestre. Una di loro, che chiede di non comparire con nome e cognome, ci spiega: «Io ho il diploma magistrale, conseguito nel ’92 – ci dice – e insegno da 20 anni, con un lunghissimo periodo di precariato. Non era necessaria la laurea all’epoca: ho dato l’esame, ho conseguito il diploma, ho fatto corsi di aggiornamento continui. E adesso… devo sentirmi dire che avrei dovuto avere una laurea? Questa cosa non ha senso. Chi è in graduatoria deve poterci restare. E il metodo di assegnazione deve essere basato sul merito, sui punteggi, sugli anni di insegnamento. Oggi per ottenere il posto… sembra di partecipare a una lotteria».