Sabato 27 gennaio, alle ore 21, presso la Società operaia di Mondovì Piazza, sarà presentato “Dublino 90”, il nuovo romanzo di Francesco Scarrone. Se c’è un Paese che ha dato i natali ad alcuni tra i migliori scrittori degli ultimi due secoli, quello è proprio l’Irlanda. Joyce, Beckett, Oscar Wilde, Bram Stocker, Yeats, Flann O’Brian, Roddy Doyle, giusto per citarne alcuni. Raccontare, quindi scrivere, in Irlanda è più che una passione, è quasi necessità, sopravvivenza, bisogno intrinseco e naturale. Così il romanzo è ambientato in una lontana e umida Dublino degli anni ‘90, in piena recessione, nell’ambiente del proletariato urbano, tracciando le gesta tragicomiche di Bob e Ted, due disperati alla ricerca di una salvezza: economica, sociale, forse morale, sicuramente emotiva.
Un romanzo che prende in prestito il mondo del pallone per restituirci un affresco sull’amicizia e sulla maniera – tutta irlandese – di affrontare le difficoltà e le crisi: con una bevuta, una risata e un’alzata di spalle. Tanto, col sole o con la pioggia, c’è sempre una pinta di Guinness che ti aspetta da qualche parte. Ad arricchire la scena, e far “deragliare” la serata dai binari di una presentazione tradizionale, ci penseranno Elena Vacchetta, Ilva Fontana, Fabrizio Di Matteo ed Ettore Poggi, quattro attori che si sono prestati ad un gioco con l’autore. Fuori da ogni schema classico, infatti, Scarrone ha scritto un breve atto unico appositamente per l’occasione; brano che gli attori porteranno in scena con l’accompagnamento musicale di Monica Sciolla, la quale intonerà brani dal sapore Irish. Si offrirà, così, qualcosa di diverso rispetto agli abituali incontri scrittorici; la sfida è quella di proporre un vero e proprio mini-spettacolo che possa sdoganare l’immagine delle presentazioni letterarie come un qualcosa di polveroso e soporifero e far comprendere come letteratura, arte, teatro, spettacolo, siano, infondo, un tutt’uno. Tutto sommato, gira che ti rigira, stringi stringi, si tratta sempre di raccontare, da una parte, e chiudere gli occhi, dall’altra, e farsi raccontare. Magari con un leggero rumore di pioggia in sottofondo, lontano, come in una fredda serata dublinese, mentre dentro, accanto al camino, il fuoco scoppietta e una Guinness è pronta per quattro chiacchiere e quella voglia, tutta irlandese, di raccontare e farsi raccontare.
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