Originariamente doveva essere un viaggio a Lipsia, immersi nell’atmosfera del Café Zimmermann, tra la buona borghesia tedesca, la classe intellettuale radunata tra i tavolini a chiacchierare e, ai clavicembali della sala, il meglio della scena musicale, per far ascoltare le ultime invenzioni, i nuovi concerti composti da Bach e altri autori. Nelle ultime settimane la direzione artistica dell’Academia Montis Regalis ha deciso di cambiare rotta. Ci si è spostati più a sud di qualche centinaio di chilometri e più avanti di qualche decennio, più o meno di un secolo. Da un contesto pubblico si è passati a un contesto privato, dai tavolini del Cafè, dei locali dove la società si incontra per far circolare idee e stimoli artistici, si è passati alle poltrone di un salotto, dove l’élite, la buona società, i borghesi e i nobiluomini colti si ritrovano per ascoltare canzoni e svagarsi, celebrando il bel canto e il virtuosismo strumentale, commuovendosi con le parole dei testi della tradizione.
Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio tra le atmosfere del Settecento, che si terrà sabato 10 febbraio alle 17.30, in centro a Breo, nella ex-chiesa di Santo Stefano, ci sono due musicisti d’eccezione. Dietro ai tasti del fortepiano siederà Mario Stefano Tonda, un musicista torinese diplomato in pianoforte al conservatorio “Verdi” di Torino e in Tastiere Storiche con Giorgio Tabacco. Nella sua carriera si è perfezionato studiando con nomi del calibro di Kenneth Gilbert, Pierre Hantai, Jos Van Immerseel, Bart Van Oort. Collabora con diverse formazioni e si esibisce anche come solista. In occasione di Expo 2015 ha tenuto il concerto che ha inaugurato il fortepiano di Rossini, dopo i restauri. A cantare ci sarà Francesca Lanza, flautista e soprano. Inizialmente ha intrapreso la carriera musicale studiando flauto traverso, diplomandosi al conservatorio di Alessandria e partecipando a numerosi corsi di perfezionamento. Successivamente si è diplomata in canto al “Verdi di Torino”, anche qui completando la formazione con tanti corsi di perfezionamento e specializzazione. Ha all’attivo ruoli nel "Rigoletto" di Verdi, nel "Cappello di Paglia di Firenze" di Rota, nel "Matrimonio segreto" di Cimarosa, nella "Lucia di Lammermoor" di Donizetti e nel "Convitato di pietra" di Righini (una delle tante versioni del "Don Giovanni" che precedettero il capolavoro mozartiano), tra gli altri. Il duo di musicisti proporrà brani di autori molto noti, come Franz Joseph Haydn, Ludwig Van Beethoven, Franz Schubert e anche del meno noto Vincenzo Righini, compositore e celebre cantante vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, che diresse teatri e fu maestro di cappella a Vienna, Magonza e Berlino.
Franz Joseph Haydn
Il programma del concerto si apre con quattro canzoni tradizionali inglesi, arrangiate da Franz Joseph Haydn durante il suo secondo soggiorno londinese, nel 1794-95. Si tratta di "The Sailor’s Song", "My mother bids me bind my hair", "She never told her love", e la più famosa "The Mermaid’s song". La selezione include alcuni brani contenuti nella prima serie, composta a giugno del 1794, e della seconda, composta nell'ottobre 1795. Londra era un centro musicale di straordinaria vivacità all’epoca e Haydn scrisse molte opere, spesso avendo a disposizione organici strumentali molto più ampi di quelli normalmente a sua disposizione. I lavori londinesi, generalmente, sono orientati a soddisfare il gusto del pubblico e sono interessanti perché mescolano elementi della tradizione con altri più innovativi, in una sintesi di grande interesse e modernità. Il programma propone altri due brani di Haydn: due lieder tratti dal “Das Lieder fur das Clavier”, del 1781 (all’epoca Haydn era Kapellmeister presso gli Esterhàzy a Eisenstadt): “Das Strickende Madchen” e “Trost Unglucklinder liebe”.
Vittorio Righini
Conclusa la sezione dedicata ad Haydn è la volta dei brani di Righini: Vengono proposte quattro “Ariette con accompagnamento al pianoforte”, scritte nel 1790. Righini non fu un compositore particolarmente originale, ma fu un musicista molto abile ed è un perfetto testimone della musica del suo tempo, quella soprattutto che soddisfaceva i desideri del pubblico. Tantissime arie tratte dalle sue opere musicali restarono a lungo nei repertori in Germania dopo la sua morte, inoltre riscossero molto successo i suoi Lieder e le trascrizioni di brani delle sue opere per pianoforte e voce, appunto, in un contesto in cui la musica da camera, ad uso domestico, prendevano sempre più piede. Le sue creazioni miscelavano in modo molto equilibrato le caratteristiche tipiche dello stile italiano con quelle dello stile tedesco, in una perfetta sintesi tra cantabilità e armonia.
Franz Schubert
Il pezzo successivo in programma è particolarmente interessante: “Variazioni sopra l’aria “Venni Amore” di Righini” di Ludwig Van Beethoven.Questo pezzo, per solo fortepiano, è un esempio della grande abilità di Beethoven nel genere delle variazioni, in cui un compositore partiva da un dato tema, spesso altrui, e ne ricavava una serie di variazioni, esplorando le possibilità che il materiale di partenza suggeriva alla sua creatività. Proprio in questo genere Beethoven scrisse uno dei suoi capolavori più celebri: le “33 variazioni su un valzer di Anton Diabelli". A chiudere il concerto, quattro Lieder da uno dei maestri di questo genere musicale, Franz Schubert: “An der Mond”, “Ganymed”, “Heideronslein”, “Rastlose Liebe”. Il compositore austriaco era solito tenere concerti nei salotti, alla presenza di amici, artisti e appassionati di musica viennesi, in cui faceva ascoltare le sue ultime composizioni al pianoforte e i suoi Lied, insieme a un cantante. Serate informali e private le cosiddette “schubertiadi”. Schubert fu uno dei compositori di Lieder più prolifici in assoluto, ne scrisse più di seicento, in cui esplorò e sviluppò le possibilità del genere.
Mario Stefano Tonda - Fortepiano
Francesca Lanza - Soprano