Dogliani, la minoranza insorge: «La “tassa sui morti” non è obbligatoria, il sindaco ha mentito»

Paruzzo ribadisce: «È il pagamento di un servizio regolamentato dalla legge»

Torna la bufera, a Dogliani, sulla nuova imposta legata alle sepolture nel cimitero cittadino. Dopo le proteste di qualche tempo fa, la polemica non si è ancora placata e martedì mattina l’opposizione del capogruppo Nicola Chionetti ci ha inviato una nuova nota sull’argomento. «Sulla “tassa sui morti”, i 250 euro che ogni famiglia dovrà pagare al Comune per far entrare il feretro dei propri cari nel cimitero, abbiamo chiesto chiarimenti alla Regione – si legge nel testo –. Il sindaco Paruzzo ha pubblicamente dichiarato che si trattava di un obbligo derivante dalla necessità di conformarsi alle leggi regionali che regolano i cimiteri e le attività relative e che quindi la nostra fosse una polemica sterile perché priva di soluzione. Invece la Regione lo ha smentito. Infatti dalla normativa regionale non deriva nessun obbligo nella distinzione tra il trasporto del feretro fino al cimitero e il trasporto all’interno; si tratta invece di una “scelta discrezionale”, cioè una libera scelta del sindaco e non obbligatoria, come ci scrivono dalla Direzione Competitività del Sistema regionale. I 25mila/30mila euro – a tanto ammonterebbe la somma a fine anno se si tiene conto del numero complessivo di servizi che avvengono ogni anno nel nostro cimitero – sono richiesti alle famiglie in lutto perché così ha voluto il Comune di Dogliani, non certo perché la Regione glielo abbia imposto. Infine si tratta di una scelta legittima – la Regione specifica anche questo nella lettera di risposta alle nostre sollecitazioni e indica che non ci sono contrasti con le norme esistenti – e noi non abbiamo mai messo in dubbio la legittimità. Ciò che mettiamo in dubbio è che si debba far pagare salatissimo un servizio inutile che fino all’anno scorso si è svolto con i soli necrofori delle ditte di pompe funebri senza dover sborsare altri 250 euro al Comune per un servizio cimiteriale già molto caro. Del resto, basterebbe guardare a che cosa faccia la stragrande maggioranza dei Comuni e che anche il nostro faceva fino a poco tempo fa. Alla luce di quanto è successo – concludono i consiglieri di minoranza –, non ci aspettiamo le scuse del sindaco ai doglianesi, ma almeno che ritorni sui suoi passi e abolisca questa tassa odiosa, tornando a fare come si faceva prima». Sul tema, l’Amministrazione comunale del sindaco Franco Paruzzo ha deciso di limitarsi a richiamare il testo della legge regionale, commentando: «Non è una tassa sui morti, ma il pagamento di un servizio regolamentato dalla legge». Nel testo inviatoci viene citato il punto 3.4 del regolamento regionale in materia di attività funebre, che recita: “L’introduzione dell’obbligo di separazione societaria comporta che la gestione dei servizi cimiteriali sia svolta da persone giuridiche distinte rispetto a quelle che svolgono l’attività funebre, il che comporta una distinta gestione contabile e commerciale. Inoltre, la normativa regionale è finalizzata ad assicurare l’incompatibilità tra la gestione dei servizi cimiteriali, dei crematori e delle camere mortuarie, la gestione di impianti elettrici di luci votive e i servizi di pubbliche affissioni con l’attività di onoranze funebri, l’attività commerciale marmorea e lapidea e i servizi floreali, in quanto attività svolte in regime di concorrenza e pertanto non compatibili con lo svolgimento congiunto di servizi pubblici quali i servizi cimiteriali o necroscopici. La predetta normativa regionale si applica anche alle ditte individuali”.

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