“We All Think We’re Good People” è uno di quei dischi che ti assorbono nell’ascolto e ti trascinano con loro dalla prima all’ultima nota: un saggio sull’applicazione intelligente della musica elettronica, che pur non inventando nulla trova una sua cifra stilistica elegante e originale e ti convince immediatamente della sua qualità.
L’ep dei Tweeedo, uscito il 15 febbraio per Calista Records e Outstack Records, è già un serissimo candidato alla parte alta delle classifiche di fine anno, grazie al lavoro magistrale di Edoardo Vogrig, Andrea Pisano e Nicholas Remondino, capaci di tradurre in suoni svariati paesaggi, atmosfere e umori.
Più ancora della organica commistione tra analogico e digitale, ha un ruolo cruciale nello sviluppo delle tracce la batteria acustica, che aggiunge calore e colore, trascinando l’ascoltatore ora verso ambienti più jazz ora verso altri solidamente dance (soluzione che richiama all’orecchio del sottoscritto l’ascolto relativamente recente di Migration di Bonobo).
La traccia d’apertura Doppelgänger delinea fedelmente la fisionomia dell’ep, che vive di raffinati intrecci fra synth rarefatti e riff di chitarra che strizzano l’occhio al pop psichedelico. Proseguendo nell’ascolto ci si muove verso il dance floor, senza perdere il fil rouge di synth onirici e percussioni vagamente esotico-tribali: trame ritmiche à la Nicola Cruz (e perchè no, anche un certo Nicolas Jaar) che ammiccano alla techno sofisticata (Four Tet, Caribou). Si accentua col passare dei minuti anche lo sperimentalismo nella sintesi (che trova splendida applicazione in Teeth).
Una perla da approcciare con attenzione, per non perdersi neanche una sfumatura dinamica tra arpeggiatori, code ‘ariose’, giri di basso ipnotici e preziosismi di ogni foggia: buon ascolto.
Autopilot è uno dei brani estratti dal primo album "We All Think We're Good People"
https://www.youtube.com/watch?v=l7NeECk384s
il video di Juno (pubblicato nel 2015)
https://www.youtube.com/watch?v=04EB_RWsdO8
qualche riferimento on line della band