C’è una cosa, enorme, di cui si sta parlando in queste settimane a Cuneo ma di cui a Mondovì si è discusso veramente poco. Sui giornali sembra che sia un argomento politico, o ideologico. Invece è enorme ed è concreto: l’acqua. Si sta decidendo chi sarà a darci l’acqua per i prossimi 30 anni.
L’acqua è la risorsa più antica e più importante che esista al mondo. Quella del rubinetto, quella che beviamo, con cui facciamo bollire la pasta, ci laviamo le mani, ci annaffiamo l’orto o i vasi sul terrazzo. Passerà in mano a un’unica azienda, che avrà un giro d’affari da miliardi di euro. Chi sarà? Ecco: è questa la decisione da prendere. Se ne parlerà anche a Mondovì, in Comune, con tutta probabilità nel prossimo Consiglio comunale convocato il 22 marzo. Poi il 28 marzo, a Cuneo, verrà presa la decisione.
Un’unica azienda per tutti
Oggi i Comuni hanno gestori idrici diversi – in provincia di Cuneo ce ne sono più di una decina: c’è Mondo Acqua, c’è Calso, c’è Acda, c’è l’Acquedotto delle Langhe, c’è Tecnoedil… eccetera. Alcuni sono pubblici, altri privati, altri a proprietà mista. Per legge, tutta la Provincia dovrà passare ad averne uno solo. Per dirla in parole povere: tutto quello che ha a che vedere con l’acqua – tutto: acqua potabile, fogne, depuratori... – deve finire in mano a un’unica mega-azienda. Come si arriva a una decisione così importante? È la legge che lo impone.
Chi prende la decisione?
La decisione spetta ai sindaci di tutta la Granda. In questi giorni si devono compiere due passi: il primo è (anzi, era) l’approvazione del Piano di investimenti, che è stato votato l’8 marzo a Cuneo da una ventina di sindaci, rappresentanti di tutto il territorio nella “Conferenza Ato” (ovvero l’Autorità di ambito ottimale istituita apposta per parlare dell’acqua). Il secondo passo invece verrà votato dall’assemblea di tutti i sindaci riuniti, 250 Comuni, e riguarda il modello di gestione. Tanto per dare qualche numero: si sta parlando di una cosa che durerà 30 anni, dovrà fare oltre 700 milioni di euro di investimenti e avrà un giro di ricavi che sta nell’ordine dei due miliardi e mezzo di euro. E su questo punto… i sindaci hanno rinviato la decisione. Se ne riparlerà il 28 marzo.
Pubblico contro privato (e non solo)
Se, come abbiamo detto, è una decisione obbligatoria per legge, dove sta la discussione? Sta nel fatto che ci sono almeno tre strade da percorrere: ed è su questo passaggio che la politica sta trattando. Si dovrà decidere se il gestore sarà una società pubblica (come avviene oggi, per esempio, a Cuneo con Acda), una mega-azienda privata (come accade nel Roero, con Egea-Tecnoedil) oppure una mista (come avviene a Mondovì, con Mondo Acqua). È ovvio che in caso di privato si dovrà procedere a un super-appalto: sarebbe la più grande azienda di servizi della Provincia. L’orientamento della larga maggioranza dei sindaci è quello di affidarsi a un gestore totalmente pubblico.
La “forma” (e il costo) dell’acqua: domande senza risposta
Ma non è tutto qui. Ci sono molte altre questioni da decidere. In caso di azienda 100% pubblica, chi saranno i sindaci che poi controlleranno? Come voteranno? Da chi saranno presieduti? Come lavorerà questa nuova azienda? Avrà uffici sul territorio, o un unico ufficio centrale (e in questo caso, dove)? Chi si occuperà dei problemi: tubi rotti, vasche asciutte, acqua sporca nei rubinetti? Chi risponderà al telefono, chi interverrà sui guasti? E infine: quali saranno i costi per noi, normali utenti, una volta che le bollette saranno “uniformate”? Chi spenderà di più e chi di meno, rispetto ai costi attuali?
Mondovì ne discute in Consiglio comunale
All’ultima riunione, l’8 marzo, il sindaco di Mondovì Paolo Adriano (rappresentante in Conferenza Ato) ha approvato il Piano di investimenti. «Per me, non c’è dubbio sul fatto che la gestione debba essere pubblica – afferma –, c’è anche stato un referendum che lo ha ribadito nel 2011. Il Consiglio comunale di Mondovì aveva già votato anni fa, ma vorrei riportare questo punto nella prossima riunione». Dovrebbe svolgersi il 22 marzo. Adriano: «Ho votato favorevolmente al Piano perché ho visto che le osservazioni che avevo fatto in precedenza erano state recepite. Il 28 marzo voteremo una cosa importantissima, ritengo sia giusto consultare il Consiglio su questo punto».