Domani la votazione per decidere chi ci darà l’acqua nei prossimi 30 anni

Argomento di importanza enorme. Mondovì si schiera per il gestore unico e totalmente pubblico.

A Cuneo si sta per votare una decisione enorme, una delle più importanti degli ultimi anni:  si sta decidendo chi sarà a darci l’acqua per i prossimi 30 anni.

L’acqua è la risorsa più antica e più importante che esista al mondo. Quella del rubinetto, quella che beviamo, con cui facciamo bollire la pasta, ci laviamo le mani, ci annaffiamo l’orto o i vasi sul terrazzo. Passerà in mano a un’unica azienda, che avrà un giro d’affari da miliardi di euro. Chi sarà? Ecco: è questa la decisione da prendere. Il 28 marzo, a Cuneo, verrà presa la decisione.

Alle 14,30 si riunirà in Sala Maggioranza la Conferenza d’ambito, cioè i 23 rappresentanti della Granda che siedono nell’organo di governo del ciclo idrico per la verifica dei pagamenti pregressi e il controllo degli investimenti realizzati nel periodo 2007-2016 dagli attuali 12 gestori del servizio idrico. Alle 16,30 al Centro Incontri (sala Einaudi) l’Assemblea dei sindaci per esprimere un voto sul modello gestionale. Una soluzione possibile, nell’ambito di una società pubblica e in house verso la quale sembra orientata la maggioranza dei sindaci, potrebbe essere la salvaguardia in parte di gestioni miste per la zona dell’Albese.

Un’unica azienda per tutti
Oggi i Comuni hanno gestori idrici diversi – in provincia di Cuneo ce ne sono più di una decina: c’è Mondo Acqua, c’è Calso, c’è Acda, c’è l’Acquedotto delle Langhe, c’è Tecnoedil… eccetera. Alcuni sono pubblici, altri privati, altri a proprietà mista. Per legge, tutta la Provincia dovrà passare ad averne uno solo. Per dirla in parole povere: tutto quello che ha a che vedere con l’acqua – tutto: acqua potabile, fogne, depuratori... – deve finire in mano a un’unica mega-azienda. Come si arriva a una decisione così importante? È la legge che lo impone.

Chi prende la decisione?
La decisione spetta ai sindaci di tutta la Granda. In questi giorni si devono compiere due passi: il primo è (anzi, era) l’approvazione del Piano di investimenti, che è stato votato l’8 marzo a Cuneo da una ventina di sindaci, rappresentanti di tutto il territorio nella “Conferenza Ato” (ovvero l’Autorità di ambito ottimale istituita apposta per parlare dell’acqua). Il secondo passo invece verrà votato dall’assemblea di tutti i sindaci riuniti, 250 Comuni, e riguarda il modello di gestione. Tanto per dare qualche numero: si sta parlando di una cosa che durerà 30 anni, dovrà fare oltre 700 milioni di euro di investimenti e avrà un giro di ricavi che sta nell’ordine dei due miliardi e mezzo di euro. E su questo punto… i sindaci hanno rinviato la decisione. Se ne riparlerà il 28 marzo.

Pubblico contro privato (e non solo)
Se, come abbiamo detto, è una decisione obbligatoria per legge, dove sta la discussione? Sta nel fatto che ci sono almeno tre strade da percorrere: ed è su questo passaggio che la politica sta trattando. Si dovrà decidere se il gestore sarà una società pubblica (come avviene oggi, per esempio, a Cuneo con Acda), una mega-azienda privata (come accade nel Roero, con Egea-Tecnoedil) oppure una mista (come avviene a Mondovì, con Mondo Acqua). È ovvio che in caso di privato si dovrà procedere a un super-appalto: sarebbe la più grande azienda di servizi della Provincia. L’orientamento della larga maggioranza dei sindaci è quello di affidarsi a un gestore totalmente pubblico.

La “forma” (e il costo) dell’acqua: domande senza risposta
Ma non è tutto qui. Ci sono molte altre questioni da decidere. In caso di azienda 100% pubblica, chi saranno i sindaci che poi controlleranno? Come voteranno? Da chi saranno presieduti? Come lavorerà questa nuova azienda? Avrà uffici sul territorio, o un unico ufficio centrale (e in questo caso, dove)? Chi si occuperà dei problemi: tubi rotti, vasche asciutte, acqua sporca nei rubinetti? Chi risponderà al telefono, chi interverrà sui guasti? E infine: quali saranno i costi per noi, normali utenti, una volta che le bollette saranno “uniformate”? Chi spenderà di più e chi di meno, rispetto ai costi attuali?

Mondovì: "Vogliamo un unico gestore totalmente pubblico"
All’ultima riunione, l’8 marzo, il sindaco di Mondovì Paolo Adriano (rappresentante in Conferenza Ato) ha approvato il Piano di investimenti. «Per me, non c’è dubbio sul fatto che la gestione debba essere pubblica – afferma –, c’è anche stato un referendum che lo ha ribadito nel 2011. Il Consiglio comunale di Mondovì si è nuovamente espresso di un un unico gestore, totalmente pubblico, con la delibera del 22 marzo. Ma con una postilla: che la provincia venga suddivisa in quattro sub-ambiti, tra cui uno monregalese, affidati a società operative al fine di salvaguardare la tempestività nel servizio.

Forza Italia Mondovì: «Fate attenzione a cosa votate»
Lettera aperta ai Sindaci del Monregalese firmata da Giampiero Caramello, Forza Italia Mondovì
Cari Sindaci, il 28.03.2018 sarete chiamati a fare una scelta che vale 30 anni! Una scelta che pesa come un macigno sul futuro del nostro bene più prezioso: l’acqua. L’acqua che sgorga generosa dalle nostre montagne, l’acqua che arriva ai nostri rubinetti di casa, l’acqua che va poi depurata per tornare nei nostri fiumi. Una risorsa da non sprecare, che va tutelata e che abbiamo tutti il dovere di gestire al meglio. Il servizio idrico integrato (la gestione dell’acqua), come la gestione dei rifiuti urbani, la distribuzione dell’energia elettrica e del gas, il trasporto pubblico, sono servizi pubblici che coinvolgono in modo diretto i nostri concittadini. Tutti servizi a rilevanza economica per i quali dovrebbero applicarsi le regole della libera concorrenza per assicurare che la gestione sia la più efficace, efficiente ed economica a beneficio degli utenti finali. Regole oggi applicate per tutti questi servizi ma non del tutto per l’acqua, dove anche in provincia di Cuneo, a fianco di gestioni private o miste (imprenditoriali) operano anche società interamente pubbliche alle quali il servizio è stato affidato direttamente e senza logiche di mercato.Il 28.03.2018 vi troverete all’assemblea dell’ATO per decidere come superare l’attuale frammentazione e convergere obbligatoriamente a favore di un unico soggetto gestore dell’acqua per tutta la provincia e per i prossimi 30 anni, ma la sensazione è che tutto sia stato fatto per giungere ad una scelta che non sia quella del mercato e della concorrenza, e che si andrà verso un affidamento diretto ‘in house’ ad una società intermente pubblica.
Nel merito vi pongo alcune riflessioni:
1) Certo, qualcuno potrà dire che questa sarà materia di cui confrontarsi nell’ambito della conferenza dell’ATO, ma sinceramente credo che qualsiasi atto di indirizzo che l’assemblea dell’ATO prenderà a favore dell’uno o dell’altro modello di gestione non può non includere chiari elementi di tutela territoriale nel sistema di governance della futura società unica nonché espliciti richiami ad un organizzazione del servizio che sia veramente di prossimità a tutela della qualità del servizio ai cittadini: come verrà esercitato e con quale peso il ruolo dei comuni nella futura assemblea dei soci della società interamente pubblica? Nel consiglio di amministrazione, la stanza dei bottoni per essere chiari, come verranno individuati i componenti? Il monregalese ha garanzie di poter essere adeguatamente rappresentato?
2) Bene che il futuro gestore unico sia rappresentato da una società interamente nuova e non si passi attraverso l’affidamento diretto ed il consolidamento dei soggetti pubblici attualmente già attivi, questo per scongiurare che ci siano concentrazioni di potere decisionale in mano a pochi e di qualche area territoriale/politica a discapito delle altre;
3) L’esperienza, anche per il territorio monregalese, dei servizi pubblici locali gestiti in forma di collaborazione tra ente pubblico e privato ha ottenuto nella maggior parte dei casi risultati premianti;
4) Se si va verso un gestore unico rappresentato da una società interamente pubblica, le attuali società miste pubblico – privato dovranno essere smantellate in toto e la partecipazione del socio privato dovrà essere onorata, con un esborso di risorse da parte dell’ente pubblico, ovvero da parte dei Comuni, con delle ripercussioni non indifferenti sui bilanci comunali e di conseguenza sui cittadini;
5) Tutti i gestori attuali stanno facendo degli investimenti significativi sul territorio, con impegni intrapresi con le banche e con i fornitori. Il fatto di modificare in modo dirompente il futuro assetto gestionale rischia che gli impegni che le società di gestione hanno intrapreso con le banche in materia di finanziamenti per gli investimenti, potrebbe creare delle serie difficoltà di equilibrio nel mantenimento dei rapporti tra le società di gestione e gli istituti di credito, il tutto a scapito degli investimenti e quindi della quantità e qualità del servizio a favore dei cittadini.
Per le motivazioni sopra esposte, Carissimi Sindaci, Vi chiedo di valutare con molta oculatezza la decisione che andrete ad intraprendere mercoledì, poiché sarà l’ULTIMA volta che potete intervenire in modo decisivo su un tema i cui confini sono ancora molto nebulosi. Non conta che cosa aveva deciso la “maggioranza” in passato. Contano le certezze di una scelta giusta e premiante per tutti i cittadini, monregalesi inclusi.

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