Pasqua è il giorno della Resurrezione. Si potrebbe anche dire che è il giorno della pietra rimossa. Il sepolcro si schiude e il Cristo risorge quando la pietra viene rimossa.
Vorrei fosse il primo insegnamento che traiamo dalla festa più importante dell’anno liturgico: liberarci dai massi che ci opprimono. Ne abbiamo il cuore coperto.
Anzitutto nella vita spirituale: possa essa riprendere slancio dalle opacità, dalla pigrizia, dalle dilazioni, dalla scarsa qualità (o quantità) della preghiera e della saltuaria fruizione dei sacramenti. Accadesse, libereremmo con rinnovata energia anche altri ambiti delle nostre esistenze: la carità, l’impegno nella comunità, il lavoro, la vita famigliare e affettiva… Quanto bisogno abbiamo, di fare Pasqua davvero!
A Pasqua, però, non si celebra un evento improvviso e isolato: la Resurrezione presuppone un cammino ben preciso. Prima della domenica, ci sono il giovedì santo, con l’istituzione dell’Eucarestia; il venerdì, con la morte del Signore e il mistero della Croce; e il sabato, con il suo silenzio di meditazione e di attesa.
Il mio augurio è che i cristiani di questa nostra Chiesa possano con la puntuale partecipazione alle celebrazioni e ai sacramenti percorrere ogni passo dell’itinerario che porterà Gesù al trionfo pasquale. Perché esso sia pieno e decisivo anche nei giorni di ciascuno di noi.
Buona Pasqua!
+ Egidio, vescovo