La scorsa settimana, spiegandovi il Mexican Standoff, vi abbiamo dimostrato che serve anche la cultura pop per capire la politica italiana. Ma non basta: bisogna padroneggiare anche quella classica. E ben lo sa Silvio Berlusconi, da sempre sospeso tra la tv delle Veline e le citazioni di Erasmo da Rotterdam, tutt’altro che rassegnato a chiudere definitivamente il lungo “ventennio berlusconiano” (non fosse altro perché il nome suona male). Così, tra i due litiganti Salvini e Di Maio, Berlusconi si pone come il terzo che gode, perlomeno, di una cultura classica. “Un governo Salvini-Di Maio è un ircocervo impossibile”. Dichiara, ben sapendo che i due contententi in campo non conoscono questo dotto tecnicismo.
Il termine indica un ipotetico animale metà capro, metà cervo e viene introdotto da Aristotele per mostrare la sua posizione blandamente nominalista: il fatto che sia possibile dare un nome credibile a una creatura non è la prova che questa esista. Molti grandi filosofi rifletteranno poi sul concetto, da Luciano di Samosata a Boezio, da Guglielmo da Ockam fino a Benedetto Croce che, nel 1942, ne diede una interpretazione politica, dichiarando un ircocervo l’idea di liberalsocialismo sottesa al Partito d’Azione: queste due ideologie erano inconciliabili. Similmente, il cavaliere sottolinea in questo modo la contraddizione intrinseca, a suo avviso, dei programmi e del bacino elettorale dei due contendenti (unito al fatto di dar loro, raffinatamente e tra le righe, del cervo – animale cornuto per antonomasia - e del caprone). In realtà PD e PDL è dal 2013 che vanno avanti a formare governi di coalizione a geometrie variabili, a dimostrare che almeno Croce non aveva ragione. Inoltre confesso che è solo grazie a Umberto Eco che avrei passato questo sottile test di Turing governativo messo in campo dal Silvio nazionale: il grande semiologo aveva infatti inventato (vedi qui) il gioco dell’Ircocervo letterario, la fusione di due autori per generare un libro che fosse, parimenti, la sintesi di due loro titoli famosi. Ad esempio, Daniel Default, “Robinson Crisi”. Oddio, non è proprio un esempio beneaugurante, ma se ne possono trovare di migliori al link soprastante (e magari inventarne qualcuno noi). Almeno questo critico stallo della politica italiana ci sta servendo per continui approfondimenti culturali: e mi auguro che Di Maio e Salvini – o i loro uffici stampa – aguzzino l’ingegno per rendere a Berlusconi pan per focaccia con qualche citazione pop in grado di incastrarlo come vecchia cariatide (ma temo non sarà facile). Sarebbe intanto già gustoso se, nel consiglio comunale monregalese, un consigliere della Lega a caso applicasse il contrappasso verso la maggioranza del Patto Civico osservando, con nonchalanche: «Signori, mi spiace, ma noi l’avevamo sempre detto che questo ircocervo politico non funziona».