Prosegue il processo che vede imputati i due legali rappresentanti della Artesina Spa, Adriano Conti e Paolo Palmieri, accusati, insieme alla maestra di sci del Mondolè Ski Team, Chiara Bergonzo, di omicidio colposo a seguito della morte dello sciatore Amedeo Mariano Modica, 58 anni, genovese, deceduto mentre si allenava per una gara ad Artesina il 30 dicembre 2012. La difesa ha portato in aula, come consulente tecnico, Paolo Deflorian, già allenatore della Nazionale femminile di sci italiana e quindi del team maschile canadese in Coppa del mondo, per sgravare le responsabilità dai due amministratori e dalla maestra di sci che aveva allestito la pista di allenamento per una gara.
Per Deflorian, infatti, le misure di sicurezza adottate per la gara sulla pista “Gaviot” erano in regola con quanto previsto dalle norme. L’ultimo palo che doveva proteggere gli sciatori dall’uscita di pista era verticale e protetto da un materassino, mentre quelli posti a monte erano a forma di “C”, proprio per proteggere gli atleti dagli urti. Lo sfortunato sciatore, secondo l’accusa, si andò a schiantare proprio contro l’ultimo palo che, per la Procura, non doveva essere lì, oppure doveva essere di altro tipo. Ma, secondo Deflorian, un’altra tipologia di allestimento avrebbe causato un pericolo per tutti gli sciatori, soprattutto per quelli che si immettevano su un’altra pista in congiunzione con la “Gaviot”, “perché avrebbe costretto gli organizzatori a tirare un cavo contro cui avrebbero potuto scontrarsi”. Per i difensori, in ogni caso, non c’è certezza che lo sciatore sia andato a schiantarsi proprio contro quel palo. Secondo un altro consulente della difesa: «È plausibile anche che l’impatto sia avvenuto contro la rete, che era molto tesa e dura, dalla quale rimbalzò il corpo, che fu trovato a monte del palo».