Forse è stata una battaglia puramente ideologica, ma ogni tanto anche queste meritano di essere combattute. E, in questo caso, vinte. Dopo due anni, il Tribunale di Mondovì ha visto tornare a casa il suo bellissimo e prezioso coro ligneo realizzato da Nino Fracchia. Il Comune di Mondovì aveva formalmente chiesto la restituzione dell’arredo d’epoca già nel 2017, ma i passaggi burocratici non sono mai semplici né tantomeno brevi. Il trasloco è avvenuto pochi giorni fa, a cura di una ditta cuneese.
OPERA PREZIOSA
Fu realizzato nel dopoguerra dall’artista monregalese Nino Fracchia: pittore, scultore, decoratore, illustratore e architetto della città. Lo aveva costruito proprio per festeggiare la riapertura del Tribunale di Mondovì, dopo il ventennio fascista. Un arredo imponente, scolpito e lavorato, a cui si poteva accedere direttamente dalle Camere di Consiglio dei giudici. Faceva bella mostra di sé nella grande aula affrescata al piano terra del Palazzo di giustizia: un contesto di pregio, quello dello storico Palazzo dei gesuiti di Mondovì Piazza. Ben diverso, invece, lo spazio in cui era stato piazzato a Cuneo.
IL TRASFERIMENTO
Come mai era stato spostato? Nel 2016, dopo anni di discussioni, i Tribunali periferici di Mondovì e Saluzzo vennero soppressi e accorpati nell’unico Tribunale provinciale di Cuneo. A Piazza rimase solo la sede dei Giudici di pace, tuttora funzionante e anzi, in via di potenziamento con le nuove funzioni. Mentre invece gli archivi, i faldoni, gli scaffali (compresi tutti quelli della Procura) e gli arredi vennero trasferiti: compreso il coro ligneo, che venne smontato, caricato su un camion e rimontato (sotto la supervisione di un mobiliere) nella nuova sede del capoluogo. Un peccato, però, perché la nuova collocazione non aveva nulla a che vedere con quella prestigiosa dell’aula giudiziaria monregalese: era, al contrario, una anonima aula di lezione dell’ex scuola “Lattes” in via Bonelli. La stanza era perfino troppo piccola per contenerlo tutto intero.