Una delle affascinanti risorse che la rete ci mette a disposizione è "Giornali del Piemonte" (vedi qui). Su questo sito sono scansionati tutti (o, comunque, una selezione vastissima) i giornali pubblicati nella nostra regione dal 1848, anno in cui lo Statuto Albertino concedeva la libertà di stampa. Dall'anno zero, quindi, della vera libera stampa in Piemonte. Una miniera di consultazione non immediata per il profano, ma ricchissima di dati interessanti. Ad esempio, chi ha - come me - interessi per la storia "misteriosa" può scoprire la prima volta che un giornale ha parlato ampiamente di massoneria in Piemonte (la stessa testata, nello stesso anno, aveva dedicato qualche trafiletto allo stesso evento).
La data non è casuale: giovedì 30 maggio 1861, l'anno dell'Unità d'Italia. La testata è "La sentinella delle Alpi", glorioso giornale cuneese fondato da Bartolomeo Galimberti, che ne era allora il direttore. La posizione del giornale, liberale, è decisamente filomassonica. Si riferisce infatti del rinnovo del Gran Maestro della massoneria francese: il principe Luciano Murat, eletto sette anni prima, nel 1854, è in scadenza di mandato, e si va procedendo alla scelta se confermarlo o nominare una nuova figura. L'articolista è francese, L. Jourdan, e il pezzo è ripreso dal "Siecle". Tuttavia, è significativo che il giornale cuneese decida di dedicarvi tutta la prima pagina.
Oltretutto è un pezzo abbastanza da "addetti ai lavori" massonici (per quanto il Jourdan, forse per prudenza, si dichiara con insistenza totalmente estraneo al mondo delle logge): riporta con precisione posizioni in campo, e parteggia abbastanza chiaramente contro Murat, colpevole di essere favorevole alla conservazione del potere temporale della chiesa (che i Savoia cancelleranno nel 1870, difatti). Le cose sono piuttosto complesse: in Francia, infatti, com'è noto, è salito nel 1851 al potere Napoleone III, e ciò ha favorito l'ascesa del cugino Luciano Murat a capo della massoneria francese. In base agli accordi di Plombieres stipulati da Cavour con la corona francese nel 1858, avrebbe potuto salire sul trono delle Due Sicilie: le cose, come è noto, andarono diversamente. Tuttavia, è comprensibile perché nel Piemonte risorgimentale i sommovimenti che lo riguardavano fossero tenuti d'occhio con particolare riguardo, specialmente da quel cuneese che, per la sua contiguità con la Francia, costituiva appunto una "sentinella" su quello che succedeva Oltralpe...
Naturalmente, se questo è il primo articolo in Piemonte e nel cuneese sulla Massoneria, non è certo l'ultimo. Ne seguiranno altri, anche a Mondovì: e apparendo su una stampa cattolica, saranno di segno molto meno benevolo (e, naturalmente, tutt'altro che anticlericale). Ma ci torneremo...
(In copertina e, qui sopra, in dettaglio: Napoleone I che domina la Massoneria, in una stampa dell'epoca, tendenziosa ma suggestiva...)