Ci saranno passati davanti agli occhi un’infinità di volte: Simbad, Balto e lo scoiattolo sfortunato Scrat, sempre però imprigionati entro i confini di uno schermo televisivo o di un telo del cinema. Esponenti intangibili di mondi di fantasia, impressi nella memoria e nel immaginario visivo di ognuno, ma concretamente presenti sullo strato infinitesimale della pellicola. L’ingresso nella nostra dimensione fisica avviene però tramite altri mezzi, e tra essi le maquette realizzate da Andrea Blasich ne sono tra gli esempi più pregiati. Dare forma e volume, partendo dall’informità della creta: questo è l’archetipo lavorativo di Blasich, che da oltre vent’anni si occupa di dare consistenza materiale a quei personaggi, che nascono da un’idea e da uno schizzo, destinati a divenire rappresentanti della forma d’arte forse più diffusa, il cinema d’animazione. Una forma d’arte che si muove su una linea incorporea, che nasce da un pensiero per diventare espressione visiva e sensoriale, costretta paradossalmente però a passare dalla materia fisica, attraverso quei materiali come la creta che l’uomo manipola da secoli. Un contributo lavorativo fondamentale nella realizzazione di un film d’animazione, le maquette, i modellini in scala sono già di per sè opere d’arte, occultate nel corso del processo lavorativo, vedono la luce soltanto a produzione ultimata, legando ad essa anche la propria diffusione. Un doppio filo in cui la qualità dell’uno diviene anche la fortuna dell’altro, e il prestigio dei titoli presenti nel curriculum di Blasich sono la dimostrazione della qualità del suo lavoro.
Cinema: al contempo industria e arte, un mix di funzioni apparentemente inconciliabile, pericolosamente a cavallo tra libertà espressiva e logiche commerciali. Ma se guardiamo al passato ci rendiamo conto che questo difficile compromesso è sempre stato al centro dell’arte, reso possibile grazie alle committenze di sovrani e possidenti. Mentre un tempo i grandi mecenati si chiamavano Lorenzo il Magnifico e Federico Da Montefeltro, ora i loro nomi sono: Pixar, Dreamworks, Disney, Lucas film, committenti moderni, dell’ultima arrivata tra le arti in ordine di tempo.
Un anima di alluminio, uno scheletro su cui modellare una figura tramite creta, cesello e abilità dello scultore. Così prendono forma e volume le maquette dei personaggi del cinema d’animazione, frutto di un’idea sviluppata in disegno, che tornerà in forma di modellino a servizio dell’animatore, per studiarlo e interpretarlo, colorarlo e molto spesso digitalizzarlo. Questo processo lavorativo coinvolge Blasich dal 1997. Dopo gli inizi come scenografo, l’avventura oltreoceano, e le grandi produzioni hollywoodiane, ma la sua carriera artistica non si ancòra in quest’unica esperienza. Svariati i progetti paralleli, dalle sperimentazioni scultoree con bronzo e resina, a un cortometraggio in cantiere “The Venetian” nato dalle sue statuine. Un dinamismo creativo che prende linfa dai grandi del passato: Michelangelo, Bernini, Troubetzkoy e Bugatti, ” ..se sei italiano non puoi non prendere ispirazione da essi.” Così recita Blasich nella bella intervista proiettata in una saletta nel percorso mostra, in cui si racconta e accompagna per le storiche sale di Palazzo Fauzone la sua versione del galletto, emblema dell’ artigianato locale, con cui ha voluto omaggiare la sua esperienza monregalese come insegnante di un workshop. Il suo omaggio a Mondovì e i lavori degli allievi del workshop sono esposti sui cavalletti dove sono stati lavorati, un laboratorio lasciato volutamente intatto come cuore pulsante di una mostra viva.
ORARI MOSTRA: venerdì, sabato ore 15-18 domenica ore 10-18 presso il Museo della Ceramica di Mondovì