Nuova stangata per i consumatori italiani sulle tariffe di gas e luce. Dal primo ottobre si registrerà un incremento del 7,6% per l’energia elettrica (+1,5 centesimi per kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78 centesimi al metro cubo) rispetto alla spesa del terzo trimestre. Ad annunciarlo è l’Autorità per l’Energia (Arera).
Aumenti per oltre 90 euro a famiglia
In base agli aumenti stabiliti dall’Arera, per una famiglia media si tratta di un aumento di 32 euro sul cosiddetto “anno scorrevole” (1º gennaio-31 dicembre 2018) per la bolletta dell’elettricità e di 61 euro per quella del metano. Vale a dire che la spesa media del 2018 sarà pari a 552 euro a famiglia per la luce e 1.096 euro per il gas, praticamente quasi 100 euro in più rispetto allo scorso anno.
Perché luce e gas aumentano?
La decisione, ha spiegato l’Arera, è stata determinata dalla “eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa”. In particolare, pesano le “sostenute” quotazioni internazionali delle materie prime energetiche: il gas risulta più caro del 13% e il carbone del 12%, ma c’è da considerare anche l’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici, che limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa. Effetti negativi derivano anche dalla crescita “senza precedenti” del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente) e dall’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia. Una “tempesta” energetica che ha portato a un aumento del prezzo della borsa elettrica del 29%.
Tuttavia gli aumenti, già consistenti e in linea con quelli scattati a luglio (+6,5% luce e +8,2% gas), avrebbero potuto essere ben più consistenti se l’Arera non avesse deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema (voci come il sostegno alle rinnovabili e i costi per lo smantellamento delle centrali nucleari), già fermati nel precedente aggiornamento. L’Autorità, insomma, ha utilizzato “nella misura massima possibile la sua azione di ‘scudo’” contro l’impennata delle quotazioni delle materie prime, rinnovando una misura che, nel totale dei due trimestri, vale circa 1 miliardo di euro. Ma c’è da rimarcare anche che gli oneri di sistema pesano sulle bollette degli italiani per il 50% circa. Nel senso che, su una bolletta da 100 euro, oltre 50 sono oneri di sistema e tasse di vario genere come l’Iva.
L’allarme delle Associazioni dei consumatori
Preoccupazione e calcoli differenti da quelli di Arera arrivano dalle Associazioni dei consumatori. L’Unione nazionale consumatori, che parla di “stangata” e invece di prendere in considerazione l’anno “scorrevole” si concentra sugli ultimi 12 mesi: l’aumento totale sarebbe così pari a 109 euro (42 per la luce e 67 per il gas). Il Codacons, invece, fa la somma degli ultimi due trimestri e avverte che il rincaro totale è del 13,6% per il gas e dell’11,4% per la luce. Federconsumatori, infine, considera “sempre più urgente una riforma degli oneri di sistema”.
I rincari delle tariffe peseranno ovviamente anche sui costi delle imprese rendendo più onerosa la produzione. «L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo – ha sottolineato Coldiretti, l’associazione delle imprese agricole – perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie e aumenta i costi delle imprese di conservazione particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo dell’autunno. Il costo dell’energia si rifletterà infatti in tutta la filiera e riguarderà le attività agricole e la trasformazione e la distribuzione dei prodotti».
Sull’aumento dei costi di luce e gas è intervenuto il presidente Codacons, Carlo Rienzi: «I rincari – afferma – saranno determinati dalle tensioni registrate nell’ultimo periodo sui mercati internazionali dell’energia e del petrolio, ma soprattutto dalle ben note speculazioni dei grossisti, che hanno ripercussioni dirette sui prezzi per i clienti finali sia del mercato libero che del mercato tutelato». Da qui la diffida indirizzata all’Arera «a non applicare alcun aumento delle tariffe che sia determinato da pratiche speculative sul mercato all’ingrosso». Questi rincari – conclude Rienzi – incidono sui bilanci familiari, specie per i nuclei più numerosi e quelli a reddito medio-basso, e non appaiono giustificati da un reale rialzo dei costi della materia prima. Acquisiremo tutta la documentazione che ha portato l’Autorità a varare i maxi-aumenti e, se ancora una volta ci troveremo in presenza di rincari causati da speculazioni sul mercato all’ingrosso, presenteremo ricorso al Tar per bloccare qualsiasi incremento delle tariffe determinato da pratiche illecite».