Si concluderà mercoledì 10 ottobre, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, il processo ad Assunta Casella 59 anni, di Paroldo, condannata lo scorso anno in primo grado, a 21 anni e tre mesi di carcere, per l’omicidio volontario del marito, Severino Viora (79 anni) e l’occultamento del suo cadavere. Il corpo dell’anziano, ex operaio alle acciaierie di Lesegno, venne ritrovato dai familiari l’8 giugno 2016. Era riverso su un nocciolo, la testa infilata fra due rami. Vicino una corda, quasi a simulare un suicidio o un incidente. Dall’allarme per la sua scomparsa, la sera del 6 giugno, era stato cercato per una giornata, anche dove era stato poi rinvenuto. Dunque qualcuno lo aveva trasportato lì, dopo la morte, per farlo ritrovare.
Durante la prima udienza, (tenutasi mercoledì 3 ottobre) dopo l’intervento del presidente della sezione di Corte d’Appello, Fabrizio Pasi, è stata la volta del Pm, il magistrato del Tribunale di Cuneo, che ha confermato la tesi accusatoria, spiegando le motivazioni per cui c’era stata una riduzione di pena. Da qui la richiesta di condanna della donna all’ergastolo. A presentare appello contro la prima sentenza erano stati sia l’avvocato difensore della donna, che il Pm. Il primo per contestare la condanna, ritenendo Assunta Casella innocente e il secondo, il verdetto in quanto la pena, dalla richiesta di ergastolo, era stata ridotta a 21 anni e 3 mesi di carcere.
Delitto di Paroldo: al processo di appello chiesto l’ergastolo per Assunta Casella
In primo grado a Cuneo fu condannata, a 21 anni e 3 mesi di reclusione, per l’uccisione del marito nel 2016