Resta confermata a 21 anni e tre mesi di carcere la pena per Assunta Casella, la donna condannata per l’omicidio volontario del marito, Severino Viora (79 anni) e l’occultamento del suo cadavere. La Corte d’Assise d’Appello di Torino, dove si è concluso oggi (mercoledì 10 ottobre) il processo di secondo grado, ha, infatti, confermato la condanna del primo grado di giudizio emessa dal Tribunale di Cuneo. Respinta, dunque, la richiesta di ergastolo avanzata dalla Procura generale per conto del pm Nicoletta Quaglino.
Alla donna sono state concesse le attenuanti generiche, con esclusione dell’aggravante del “mezzo insidioso”: per i giudici, infatti, lo Zolpidem usato per sedare la vittima non è stato la causa della morte, visto che l’anziano è deceduto poi per soffocamento, presumibilmente con l’utilizzo di un cuscino. Il suo corpo venne ritrovato dai familiari l’8 giugno 2016 a Paroldo: era riverso su un albero, la testa infilata fra due rami. Vicino una corda, quasi a simulare un suicidio o un incidente. Assunta Casella, da due anni in carcere, era presente in aula a Torino, dove ha continuato a ribadire la sua innocenza.