“Storia della massoneria in Italia” (Bompiani, 2018) è il nuovo volume di Aldo Mola, storico cuneese che è, probabilmente, il massimo esperto italiano sull’ordine iniziatico in questione, a partire da un primo ampio studio del 1976. Massoneria “In Italia”, significativamente, e non “italiana”, in quanto uno dei punti che il libro presenta più chiaramente al lettore è la poliedricità del fenomeno massonico nella nostra nazione, tutt’altro che un blocco unitario come i profani possono inizialmente credere. Nato in occasione dei tre secoli dell’Ordine, nato ufficialmente nel lontano 1717, il poderoso saggio – oltre ottocento pagine – esamina con cura la storia massonica nel nostro paese fin dalle lontane origini settecentesche. Il primo massone italico, il violinista Geminiani, daterebbe già al 1725; mentre la prima loggia sul nostro territorio risale al 1731, Fin dal 1738, però, il Papa ha posto la scomunica sull’Ordine, provvedimento che perdura tutt’oggi. Una nuova stagione si apre con l’età napoleonica (1796-1815), per poi vedere una terza risorgenza in prossimità dell’unità d’Italia, nel 1859, quando – tra l’altro – una loggia sorge anche a Mondovì. E proprio a Mondovì era nato, nel 1824, Carlo Michele Buscalioni, che vi aveva anche studiato in seminario. Egli fu uno dei principali artefici di quella rinascita massonica, impegnandosi nelle complesse trattative interne per la nomina del Gran Maestro.
Il saggio ricostruisce quindi tutta quest’epoca massonica tra fine Ottocento e primi del Novecento, dove l’indubbia influenza politica e culturale dell’ordine si scontra con le frequenti lotte interne tra le sue varie correnti, da quelle filomonarchiche a quelle rivoluzionarie. L’autore non manca ovviamente di documentare lo scontro decisamente duro con la Chiesa dell’epoca, oggi attenuatosi perlomeno per quanto riguarda i toni. Colpisce l’accurata ricostruzione di come sia la massoneria a mettersi inizialmente alla testa dell’interventismo, per essere poi sopravanzata dai nazionalisti e da Mussolini, che proprio in questo contesto avviò la sua carriera politica. E nonostante molti fascisti, anche di alto livello, fossero massoni, il Fascismo finirà per cancellare l’ordine, che rinascerà – con alterne vicende – nel secondo dopoguerra. Il libro non manca quindi di ricostruire anche questa parte più recente della storia, assumendo – per sintetizzare - una posizione favorevole all’ordine e molto critica, di conseguenza, con la “massonofobia” dei suoi avversari. In ogni caso, una lettura di grande interesse, se non altro per la ricchezza di documentazione e l’ampiezza del quadro storico, ricostruito minuziosamente, su un tema che indubbiamente meriterebbe una maggiore attenzione storica rispetto a quella che gli viene mediamente dedicata.