“Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte”: 60 opere dalla collezione Gam a Cuneo

Inaugurata martedì alle 18, nell’ex Chiesa di San Francesco a Cuneo una nuova grande mostra organizzata dalla fondazione Crc in collaborazione con la Gam, che vede protagonista la stagione artistica degli anni '50, con artisti come Alberto Burri e Luciano Fontana

Martedì 23 ottobre alle 18, presso l’ex Chiesa di San Francesco a Cuneo è stata inaugurata la nuova mostra organizzata dalla Fondazione Crc in collaborazione con la Galleria d’arte moderna di Torino. Un grande evento culturale per la città di Cuneo visto che “Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte – Arte informale dalla collezione della Gam” raccoglie ben 60 opere originali della collezione del museo torinese, tutte di pittori e scultori italiani attivi nel secondo dopoguerra. Una mostra che è un nuovo capitolo di una partnership avviata dall’anno scorso, con la prima esposizione dedicata alla Pop art. Il pubblico potrà visitare gratuitamente l’esposizione fino a domenica 20 gennaio, il pomeriggio dal martedì a sabato e la domenica dalle 11 alle 18.30. Il percorso espositivo ripercorre una serie di esperienze artistiche del dopoguerra, relative agli anni ’50, quando alcuni artisti italiani iniziarono nuovi filoni di ricerca, cercando nuove strade nella rappresentazione figurativa e astratta. Tra i protagonisti di quella stagione artistica ci sono i noti Alberto Burri e Lucio Fontana. L’”informale materico” di Burri fu una delle correnti più innovative del dopoguerra. L’artista scelse di raccontare l’orrore della guerra, della povertà vissute in prima persona (il trauma della guerra accomunò, in diversa misura, tutti quegli artisti) attraverso la materia, anticipando certe tendenze dell’arte contemporanea successiva, che attribuì grande importanza proprio alla scelta del materiale e al lavoro su di esso. Attraverso la manipolazione, la degradazione e la distruzione controllata di materiali poveri, della vita di tutti i giorni, Burri esprimeva l’orrore del vissuto, in maniera percepibile dai cinque sensi. Le sue tele sono fatte di sacchi di iuta, plastica, legno, catrame, bruciati, tagliati, aggrediti in vari modi. Negli ultimi periodi radicalizzò la sua arte, arrivando a dipingere tele costituite unicamente da varie tonalità di nero.

Alberto Burri, (Grande) Ferro M5, 1958. lamiere di ferro saldate applicate su legno

Lucio Fontana è un altro maestro di fama internazionale: la sua arte concettuale sfondò la bidimensionalità della tela, per andare a cercare un altrove oltre il supporto, per gettare un ponte verso la metafisica. Un espediente che regala una nuova dimensionalità all’opera, e che la rende sempre nuova al mutare delle condizioni di luce.

Lucio Fontana, Attese, 1961, smalto opaco su tela con cornice laccata

Ci saranno però anche artisti come Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi, esponenti di un astrattismo geometrico e formalista e il Gruppo degli otto patrocinato dal critico Lionello Venturi e costituito da Afro Basaldella, Renato Birolli, Antonio Corpora, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato, Emilio Vedova. L’arte degli “otto” è caratterizzata da un’alchimia particolare tra figurazione e astrattismo, senza radicalismi.

Carla Accardi, Labirinto n. 12, 1958, Caseina su tela

Afro Basaldella, Paese di notte, 1953, Olio su tela

È rappresentato anche il fronte della scultura, con opere di Mirko Basaldella, Alberto Burri, Ettore Colla, Pietro Consagra, Nino Franchina, Franco Garelli, Umberto Mastroianni, Giuseppe Tarantino. Il catalogo della mostra è edito da Sagep.

«Questa mostra ci regala l’occasione di investigare su un periodo storico in cui in Italia prende avvio un nuovo percorso di ricerca espressiva- ha dichiarato il direttore della Gam di Torino Riccardo Passoni, curatore della mostra-. Avremo la possibilità di rileggere in una visione di insieme il ruolo dei protagonisti di quella ricca stagione artistica che si sono affacciati consapevolmente sui nuovi temi e fermenti internazionali».

«Questa nuova e importante mostra prosegue la collaborazione con la Gam dopo il successo ottenuto nel 2017 con “Io non amo la natura” – commenta il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta -.L’evento si inserisce in un ricco calendario di iniziative artistiche e culturali che la Fondazione CRC sta promuovendo a Cuneo, Alba e Mondovì per offrire ai tutti i visitatori l’opportunità di ammirare di persona opere di artisti riconosciuti a livello internazionale».

Giuseppe Capogrossi, Superficie 213, 1956, Tempera su tela

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