RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO una lettera firmata da Giuliano Bessone (candidato sindaco nel 2017 per il Movimento 5 Stelle) e di alcuni esponenti del M5S (la lettera comunque non riporta nomi o simboli di partiti)
«Mondovì città Si TAV? Così pare sia la prossima espressione (unanime?) del Consiglio Comunale. In prima battuta salta subito all’occhio una evidente contraddizione sull’atteggiamento dell’organo consigliare monregalese sulle questioni di carattere nazionale. In breve la linea seguita è stata questa:
-questione Ius Soli temperato e quindi questioni di carattere umanitario a costo zero: no non è nostra competenza
-questione TAV e quindi questioni di rilevante interesse economico: sì, è di nostra competenza
Si sa bene che un ordine del giorno di un piccolo comune inciderà zero sulla decisione che verrà presa in merito alla realizzazione dell’opera in Val di Susa, ma fa comunque sorridere che l’Amministrazione di Mondovì si senta in dovere di esporsi e “far sentire” la sua. E fa tanto più sorridere se si pensa che l’Amministrazione monregalese non ha avuto, non ha e non avrà alcun peso per far ripartire un’opera, quella sì necessaria, come la linea ferroviaria Cuneo-Mondovì, linea ferroviaria esistente con infrastrutture funzionali e funzionanti (ma forse qui non si tratta di forza, ma di volontà politica). Ci sia consentita un’ulteriore ironia. Il comune di Mondovì è a favore di una nuova galleria di collegamento tra la val di Susa e Lione lunga 58 km, per contro vuole trasformare la galleria di collegamento esistente tra Breo e Altipiano, lunga poche centinaia di metri in un collettore di scarico fognario (il c.d. scaricatore di piena); per lo meno verrebbe da dire che l’Amministrazione Comunale con le gallerie ha un rapporto controverso…
Tornando seri, in merito alla TAV sarebbe sufficiente fare un minimo di ricerche per capire che è un’opera inutile ed anacronistica, qui di seguito un breve riassunto delle motivazioni logiche per essere a favore del NO: si tratterebbe di una tratta adibita per la stragrande maggioranza a trasporto merci (Trasporto Alta Capacità) e non di persone; esiste già un tunnel, quello del Frejus recentemente rimodernizzato e ad oggi sottoutilizzato; il tratto di galleria interessato del TAV dal punto di vista geologico è amiantifero, e quindi potenzialmente nocivo; dal punto di vista contrattuale non esistono penali da pagare alla Francia e nemmeno contributi da restituire all’Europa; la Francia ritiene la Torino Lione un’opera non prioritaria, tanto che dal punto di vista strategico sta rinviando la decisione ad oltre il 2030; l’Unione Europea non ha preso nessuna decisione definitiva sul finanziamento dell’opera; i costi per la realizzazione del Tunnel di Base, la parte più onerosa, saranno per la maggior parte a carico dell’Italia.
In conclusione. Non riusciamo ad avere un Trasporto Pubblico Locale decente, con treni malridotti e linee ferroviarie risalenti all’800, e ci si preoccupa di voler fare un nuovo buco in una montagna per far arrivare mezz’ora prima i peperoni di Carmagnola a Lione! Le opere pubbliche si devono fare, ma solo quelle che realmente servono ed il cui vantaggio economico e funzionale oggettivo sia enne volte superiore all’impatto ambientale, impatto ambientale che nel caso della Tav Torino Lione, sarebbe semplicemente devastante».
Giuliano Bessone, Massimo Scabbia, Pia Tealdi, Federico Costamagna e Davide La Cara