Gli anni sono passati ed i numeri con cui ci si ritrova a confrontarsi oggi, in termini di uscite discografiche, sono innumerevolmente maggiori rispetto ad un tempo: la musica liquida ha permesso un florilegio di etichette e di modalità diverse di distribuzione. Ecco che oggi un artista è “costretto” per mantenere su di sé l'attenzione ad una produzione discografica massiciamente maggiore rispetto al passato. Quello che si fa con questa rubrica è cercare di ascoltare un numero sempre maggiore di album per offrire al lettore una chiave di lettura del mondo discografico, da fare in prima persona e magari da regalare (vista la prossimità delle feste natalizie) ad altri.
In questa carrellata dunque non si vuol tanto suggerire i migliori dischi ascoltati nel 2018, quanto piuttosto offrire alcuni spunti di ascolto, trasversali a tutti i generi.
Partiamo da quelli meno battuti: nel country il nome nuovo, capace di arrivare al mondo pop (i puristi faticheranno anche a riconoscerla in questo ambiente) è Kacey Musgrave, ballate in cui la strada dei deserti del Texas, il cappello da cowboy, la rima cuore/amore la fanno da padroni, ma la narrazione degli stereotipi è ben amalgamata e il risultato convicente. Una vecchia volpe del rock californiano che ha attraversato anche il genere country senza mai trovare un solo e unico padrone e sfornando un altro - l'ennesimo - buon album è Ry Cooder: the Prodigal Son è un disco ricco di sfumature, ben più rock e blues che non country, che riporta l'attenzione su un artista che alla veneranda età di (quasi) 72 anni sforna un disco che per gli amanti della “old school” non può che far piacere ascoltare.
Passando di palo in frasca e saltando all'ambito elettronico il disco di Alva Noto è, come spesso accade, assai interessante, ma in questa occasione assai più difficile da ascoltare; un disco fatto per i veri appassionati del genere, almeno quanto il nuovo Autechre, che varrebbe la pena ascoltare (da qui alla fine dell'anno), e il nuovo Animal Collective. Passati gli “anni buoni” ora il percorso dei quattro artisti statunitensi si è in un certo qual modo involuto nella ricerca, con buona pace per chi si attendeva al contrario una deriva pop. Nomi “vecchi” del rock e dintorni, ma nuovi per uscite o modalità di approccio alla musica sono le esperienze dei due “genietti” dei Radiohead: Thom Yorke si è dato alla ricerca nella ambient e elettronica per il nuovo film di Luca Guadagnino, dando così il contenuto sonoro al remake di Suspiria che presto si potrà ammirare nelle sale. Al suo “partner in law”, Jonny Greenwood la possibilità di giocarsi alla pari ed in lotta con mostri sacri del genere come John Williams e Hans Zimmer l'oscar per la migliore colonna sonora con le musiche del Il Filo Nascosto (Phantom Thread).
Arctic Monkeys hanno sfornato un altro album che per chi li ama segna un passo successivo nell'evoluzione della band, mentre alta trepidazione attende anche i Muse out da quasi un mese con il nuovo Simulation Theory. Nomi nuovi? Kendrick Lamar non può più essere considerato tale, ma il suo sassofonista Kamasi Washington, sebbene giunto già alla quinta fatica discografica, merita una menzione: jazz a tutto tondo allo stato puro.
Chi crede che la musica non sia più al femminile si può facilmente ricredere: alla già citata Musgrave si possono aggiungere Anna Calvi (si è già raccontato di Hunter, e il suo live all'Hiroshima di Torino ha confermato tutto il bene che si dice di questa grintosa rocker inglese), Florence + The Machine (benché si schermi dietro l'idea del gruppo la londinese Florence Welch è un'artista che merita di essere seguita ed ascoltata), il rock dell'australiana Courtney Barnett vale più di un ascolto e quindi l'acquisto, mentre per concludere arriviamo a quella che sarà presto la nuova diva del soul/R&B: cantantautrice, attivista, attrice, Janelle Monáe ha tutte le carte in regola per scalare non solo le classifiche discografiche, ma per guadagnarsi un posto ben più ampio nello star system americano.
Per tornare, e chiudere, a chi fa della musica non solo una condotta di vita, ma un modo per raccontare la propria emotività artistica il lettore si segni 3 nomi, legati a tre generi diversi: cantautorato/low-fi Damien Jurado; Post-Rock, Daughters; Punk/noise e dintorni, Shame.