Da quando ne ho memoria, nella scena culturale monregalese si parla spesso dell'idea di creare una Pinacoteca di Mondovì, in grado di testimoniare concretamente la ricca tradizione artistica della città, dall'800 ai giorni nostri. Le radici sono naturalmente più antiche, e affondano nella tradizione tardogotica e barocca: ma dal XIX secolo a noi c'è invece una continuità ininterrotta di artisti, spesso con nomi significativi che meriterebbe valorizzare. Un esempio interessante di quello che potrebbe essere una pinacoteca civica monregalese viene da questa recente esposizione, sponsorizzata dalla Fondazione CRC, della affascinante collezione dell'architetto Edmondo Bongioanni, che raccoglie il patrimonio artistico locale raccolto da cinque generazioni della sua famiglia.
Venerdì 7 dicembre alle ore 17,30, presso l’Antico Palazzo di Città di Mondovì (Piazza Maggiore), tale esposizione, “Le quattro stagioni della Pinacoteca Bongioanni. 1809–1994: 50 artisti monregalesi”, è stata inaugurata di fronte a un vasto pubblico incuriosito.
Si tratta di una selezione di 50 opere della Pinacoteca “Magda e Giuseppe Bongioanni”, da cui è possibile cogliere la rilevanza di Mondovì all'interno del panorama perlomeno piemontese. Paesaggio e ritratto sono i due temi prevalenti che si interecciano nell'esposizione, a partire dal “Ritratto del trisnonno” di Vinaj (pittore massone, e amico di Garibaldi), che è l'immagine usata per la locandina della mostra, fino ad arrivare ad Andrea Pettiti, il più giovane artista monregalese attualmente operante, presente con un suo dipinto che reinterpreta un noto dipinto di Caravaggio, reimmaginandolo in chiave astratta e nell'età dei selfie. L'autore più antico presente, considerato in effetti consuetamente il punto d'inizio della tradizione pittorica dell'Ottocento monregalese, è invece Francesco Toscano (classe 1809); presente anche uno schizzo di Giovanni Battista Quadrone (del 1884), che è probabilmente il più importante autore della città nel periodo "fin du siécle", riscoperto da una mostra del 2002 come uno degli autori più apprezzato del suo secolo, ma ancora forse poco valorizzato da noi, e un incisore acutissimo come Francesco Franco, a lungo titolare della cattedra di incisione presso l'Accademia Albertina di Torino.
La mostra, a ingresso gratuito, resterà aperta al pubblico fino a domenica 10 febbraio dal giovedì al sabato, dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.