Il cantiere dell'Alberghiero è già costato alla Provincia di Cuneo 800 mila euro. E' questo il conto spese, fino a oggi, per la messa in sicurezza del "Giolitti". E tutto ciò senza ancora contare la nuova scuola da costruire all'Altipiano, o qualunque altra soluzione si troverà per gli studenti senza sede. Lo affermano il presidente della Provincia Federico Borgna e il consigliere con delega all'Istruzione Milva Rinaudo, che "fanno il punto" sulla situazione per ribadire quanto è stato fatto fino a oggi per l'Alberghiero.
«Scriviamo questo con riferimento ai recenti articoli pubblicati nonché all’attenzione che i media, anche nazionali, hanno riservato alla purtroppo ben nota vicenda della frana». In effetti, proprio di recente (a un anno esatto dalla frana: era il 20 dicembre 2018), l'Alberghiero è tornato d'attualità - complici anche alcuni servizi giornalistici nazionali, prima su Radio2 e poi con una troupe del TG1 che è mercoledì 9 gennaio è salita a Mondovì Piazza per intervistare gli studenti del "Giolitti". Il tema: le difficoltà nel vivere un anno nella "scuola senza sede", ma anche il nuovissimo calendario che hanno realizzato per finanziare i progetti interni dell'Istituto, come le borse di studio.
«Senza alcuno spirito polemico e riconoscendo i disagi e le difficoltà vissute dagli studenti e dal personale scolastico derivanti da una situazione comunque eccezionale e imprevedibile, ci pare doveroso per mera onestà intellettuale evidenziare alcuni aspetti – scrivono Borgna e Rinaudo – che vengono forse sottovalutati da un’analisi volta principalmente ad enfatizzare gli elementi negativi di una vicenda già di per sé connotata da una naturale tragicità. Ci riferiamo allo sforzo profuso dalla Provincia di Cuneo, dal Comune di Mondovì e da tutti gli organi istituzionali nell’affrontare con celerità e decisione l’emergenza. Tutto ciò si è concretato in oltre 40 atti amministrativi (tra decreti, determinazioni, contratti, etc.) con una spesa che allo stato attuale ammonta a oltre 800 mila euro e che supererà 1 milione di euro; questo solo per gestire i primi interventi derivanti dall’emergenza».
La cifra emerge per la prima volta in modo completo, ed è composta di tanti "pezzi": i lavori sul versante franato (tutt'ora in corso), le spese per il trasporto degli studenti, gli affitti dei locali per le lezioni di pratica ma soprattutto i lavori di rimessa a norma, sicurezza, impiantistica e certificazione della vecchia sede che sta a fianco della frana. Questa somma non terrebbe dunque conto dei costi futuri, quando sarà il momento di capire cosa fare del corpo di fabbrica con le 20 aule che si trova proprio a fianco della porzione franata: se recuperarlo (come sperano gli studenti e la preside, anche se la Provincia ha sempre detto che sarà impossibile per ragioni tecniche ed economiche) o se abbatterlo definitivamente (come ha chiesto il Comune in caso di irrecuperabilità).
IL RIENTRO NELLE CUCINE: A FEBBRAIO "SALVO IMPREVISTI
Ma quand'è che gli studenti potranno tornare almeno a usare laboratori e cucine, indispensabili per una scuola professionale alberghiera? Borgna e Rinaudo: «All’inizio del prossimo mese di febbraio, salvo imprevisti comunque non dipendenti dalla volontà della Provincia, si concluderanno anche i lavori e le attività finalizzate a riaprire le cucine e la segreteria, restituendo alla scuola in questo modo il “cuore pulsante” della sua attività». Quel "salvo imprevisti" getta un po' di incertezza in una situazione che, lo ricordiamo, si trascina da 13 mesi. Proprio oggi, venerdì 11 gennaio, si terrà un vertice tra scuola, Provincia e Comune per fare il punto sui lavori alla sede e fissare il programma di rientro: le risposte arriveranno in giornata.