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La teoria della razza

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Che cos’è.

Nell’Europa della fine dell’Ottocento, l’esasperata esaltazione del nazionalismo provocò una profonda avversione nei confronti delle minoranze etniche e religiose e di coloro che erano considerati diversi: in particolare, gli immigrati e le popolazioni delle colonie finirono al centro di una campagna di intolleranza, disprezzo e odio.

Il concetto di razzismo era basato sulla considerazione pseudoscientifica secondo la quale esistono razze umane biologicamente e storicamente superiori rispetto ad altre. Fin dai tempi antichi, molti popoli esclusero o discriminarono quelli diversi per una superiorità linguistica, culturale, religiosa: i Greci e i Romani definivano “barbari” i popoli che non parlavano la loro lingua; oppure l’Europa cristiana perseguitò e ghettizzò gli Ebrei, considerati colpevoli dell’uccisione di Cristo. Tuttavia, non vi era dietro queste considerazioni alcun postulato biologico o “scientifico”. Nel corso del Cinquecento e del Seicento, come conseguenza delle scoperte geografiche, iniziarono a svilupparsi alcune teorie che spiegavano la diversità dei

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