La mattina di martedì 26 febbraio, i sindaci della zona e diversi rappresentanti delle realtà produttive cuneesi si sono ritrovati a Roreto di Cherasco, sulla salita del Bergoglio, per manifestare contro la situazione di impasse che caratterizza ormai da anni l’autostrada Asti-Cuneo, alle prese con un completamento che appare ancora tutt’altro che certo. La scelta del luogo non è casuale, perché proprio quella strada stretta e a tornanti è trafficatissima, con tir e mezzi pesanti costretti a percorrerla ogni giorno, vista la mancanza, in quel tratto, dei 9 chilometri di completamento della A33. Per non gravare ulteriormente su un traffico già di per sé congestionato, i manifestanti non hanno organizzato blocchi sulla salita, ma sono rimasti ai margini della carreggiata, chiedendo in massa al ministro Toninelli che finalmente autorizzi i lavori. Dal 1º marzo a Cuneo, ogni giorno, ci sarà inoltre un presidio fisso di protesta davanti alla Prefettura. Se nel frattempo non arriveranno, neanche questa volta, notizie positive dal Governo, i manifestanti si sposteranno allora addirittura a Roma, il 26 marzo, sotto gli uffici del Ministero.
Borgna: «Mancano 9 chilometri, basta semplicemente procedere»
«Credo che il nostro territorio abbia già pagato un prezzo sufficientemente alto per la mancanza di questa infrastruttura. Mancano nove chilometri, c’è la strada per finirli e basta semplicemente procedere. Troppo alto il prezzo in termini di qualità dell’ambiente, di inquinamento, di insicurezza sulla circolazione stradale, oltre a quello che pagano le nostre imprese di 100 milioni di euro all’anno di extra costi per la mancanza di questi nove chilometri. Ora basta, è ora di finirla». Così il presidente della Provincia, Federico Borgna, è intervenuto al sit-in di Roreto di Cherasco
L’assessore Balocco: «Da Toninelli un grosso regalo al concessionario».
Sul finora mancato completamento della A33 Asti-Cuneo si è arrivati, in questi giorni, all’ennesima polemica politica. L’assessore regionale ai trasporti, Francesco Balocco, in una nota, ha detto: «Dopo nove mesi di promesse, il ministro Danilo Toninelli annuncia di aver trovato una soluzione per sbloccare lo stallo sull’Asti-Cuneo, ma quello prospettato è in realtà un grosso regalo al concessionario. Remunerare il costo dell’Asti-Cuneo con un incremento del subentro sull’A4 significa di fatto rendere impossibile il subentro stesso (o quanto meno avvantaggiare notevolmente l’attuale concessionario in caso di nuova gara) e quindi di fatto concedendo una proroga all’infinito al gruppo Gavio. Inoltre questa soluzione smonta l’impostazione già concordata con la Commissione Europea relativa la cross-financing che prevedeva il completamento dell’A33 a fronte di una miniproroga di 4 anni sulla concessione della Milano-Torino. Questa soluzione avrebbe consentito di avviare da subito i cantieri. Ora l’ipotetico accordo annunciato dovrà superare nuovamente il vaglio della Commissione Europea e, ammesso che l’esito sia favorevole (ipotesi tutta da dimostrare), i tempi saranno decisamente molto lunghi e il territorio rimarrà ancora per anni senza quest’opera fondamentale».
La replica di Dadone: «Fake news del Pd per nascondere i propri fallimenti»
La risposta del Movimento 5 Stelle alle parole di Balocco non si è fatta attendere, con l’intervento di Fabiana Dadone e Mauro Campo, che hanno commentato: «Il Pd nel panico spara fake news contro chi risolve i problemi creati da loro. Dopo le bufale sul declassamento ed il blocco dell’opera, ampiamente smentite, ora tornano alla carica parlando di presunti regali al concessionario quando è l’esatto contrario. Per la prima volta abbiamo la certezza che il completamento dell’Asti-Cuneo verrà fatto e non ricadrà sulle tasche di chi usa la Torino-Milano. Al concessionario sarà riconosciuto il 7% sull’investimento di 350 milioni per l’Asti-Cuneo nella quota di subentro di un eventuale nuovo concessionario al rinnovo, a mezzo gara, della concessione per la Torino-Milano nel 2026. Tutti contenti? Assolutamente no! Fuoco di fila delle istituzioni del territorio su quello che sarebbe un regalo ancor più grande del prolungamento della concessione immaginato da loro nel 2017. Sarebbe magari anche una legittima opinione, non fosse per il fatto che a fine agosto 2018 in una sacrosanta operazione di trasparenza dopo il disastro di Genova, il Ministero dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito i 26 contratti di convenzione con le società concessionarie, tra questi gli allegati finanziari. Erano così spuntati una serie di elementi interessanti, tra i quali il “tasso di congrua remunerazione” concesso alla Satap del gruppo Gavio, già nel 2013, per il tronco dell’A4 che ha in gestione, cioè la Milano-Torino: 10,52%! E i costi di investimento previsti per la Cuneo-Asti erano stati messi a bilancio come nuova concessione per la Torino-Piacenza (scaduta nella 2017). Siamo passati quindi dal 10,52% sulla Torino-Milano al 7% attuale, dove sarebbero i regali ce lo devono ancora dire. Il tutto, senza proroghe per nessuna tratta a differenza del passato».