di ANNELISE BECCARIA
«I migranti presenti presso il CAS sito nel Comune di Roccavignale verranno in breve tempo ricollocati presso altre strutture della provincia di Savona». Così una nota della Prefettura di Savona che, nei giorni scorsi, ha confermato la chiusura del centro di accoglienza straordinaria di località Valzemola di Roccavignale. In paese i migranti sono attualmente venti: dieci gestiti dal Cas e altrettanti gestiti direttamente dall’Ente pubblico, tramite il progetto “Sprar” di cui Roccavignale è capofila e che riunisce anche i Comuni di Cosseria, Millesimo e Murialdo. «Quando nel 2014 sono iniziati gli sbarchi in Italia, la nostra Amministrazione si è sentita in dovere di dare un aiuto a questi giovani arrivati, incoscientemente, fino a noi – ricorda il sindaco Amedeo Fracchia –. Certo all’inizio è stato complicato gestire i presenti e pure i nuovi flussi; penso a quando ne stavano per arrivare 50 a Pianissolo nell’ex albergo. Quante riunioni e quanti incontri per evitarlo! Poi due anni dopo abbiamo deciso di prendere in mano noi la situazione e di aderire allo Sprar, cosa che ci avrebbe permesso di gestire direttamente il fenomeno, ma soprattutto ci avrebbe garantito una clausola di salvaguardia sui nuovi arrivi». «E oggi che l’emergenza è finita – prosegue –, mi sono permesso di far valere quella clausola chiedendo alla Prefettura di chiudere il CAS che attualmente accoglie dieci migranti. Avuta la disponibilità della “Cooperarci” a ricollocare i richiedenti asilo in altri paesi della provincia, la Prefettura ci ha dato il nulla osta». «Quindi, a breve, saluteremo i ragazzi che cercheranno nuove opportunità in altri territori. Oggi, facendo il punto sulla nostra storia, posso dire, con orgoglio, che siamo stati lungimiranti». A Roccavignale i migranti accolti si ridurranno, dunque, a dieci, i gestiti dal Comune tramite Sprar.