Un insolito “Mercante di Venezia” quello portato al Baretti di Mondovì la sera del 21 marzo scorso: il giovane e brillante mattatore Davide Lorenzo Palla, accompagnato dal vivo dal musico Tiziano Cannas Aghedu ha infatti realizzato un suo progetto “Tournée da Bar” con cui porta il Bardo nei luoghi di aggregazione quotidiana. Sullo sfondo di una carta veneziana cinquecentesca, su cui ci illustra con modi da imbonitore questo tour nella laguna shakespeariana, Palla rievoca la magia del grande dramma riassumendone varie parti a voce, e calandosi ogni tanto nei personaggi principali. L’abilità istrionica dell’attore è innegabile, come la sua abilità di intrattenitore, sia pure col supporto prezioso dell’accompagnamento sonoro che lo aiuta a reggere, da solo, l’attenzione degli spettatori. Certo, per un pubblico più tradizionale può fin colpire questo Shakespeare compresso sul letto di Procuste della riduzione a monologo, dove la coralità e i raffinati incastri tipici dell’autore sfumano d’efficacia almeno in parte. Per contro, però, il teatro elisabettiano non nasce solo nei teatri – il cui acme è appunto il Globe shakespeariano – ma anche nelle’osterie, nelle locande, nei peggiori pub della Londra di fine ‘500 (che hanno, credo, poco da invidiare ai bar di Caracas). Quindi, a suo modo, un ritorno alle origini: o almeno, a quella congerie culturale da cui Shakespeare nasce, proprio là dove l’alta teoria ermetica di Bacon si mescola alla più spicciola astuzia da strada.