Gli anni ‘10 del nuovo millennio hanno visto il definitivo imporsi sulla scena musicale italiana del rap. Oggi questo genere è quasi sicuramente il tipo di musica maggiormente ascoltato tra le giovani generazioni e, in termini di popolarità, ha raggiunto una ampia fetta di popolazione, al punto da vedere al proprio interno la nascita di nuovi filoni e sottogeneri. Il processo però non è stato affatto breve: se si pensa che i primi tentativi negli Stati Uniti risalgono agli anni ‘70 e che ci sono voluti praticamente 40 anni per vederlo fiorire ovunque, pare quasi paradossale se si pensa che nell’arco dello stesso lasso temporale il rock ha dipanato tutta la propria vita. Ad oggi possiamo dire che il raprappresenti indiscutibilmente una cultura popolare globalizzata, in tutto il mondo.
Un Jovanotti d'annata che fa "il verso" a (You Gotta) Fight for Your Right (to Party), pubblicata dai Beastie Boys nel 1986
Anche nel nostro Paese ci si ritrova una lista lunga e variegata di esponenti, ma spesso ci si dimentica di chi, in Italia, questo genere lo ha importato ed ha contribuito a lanciarlo per davvero, quando le basi venivano campionate e il rap rappresentava una delle forme d’espressione della cultura hip-hop. Senza voler proporre una ricerca storica troppo approfondita e limitando a segnare due punti estremi a far da riferimento si può dire che sul versante del pop ci sia un artista come Lorenzo Jovanotti (quello della fine anni ‘80 con il primo Jovanotti For President e il successivo La Mia Moto), mentre la linea di confine in direzione opposta venne tracciata a inizio degli anni ‘90 dalla scena delle Posse e da collettivi come Assalti Frontali o i Sangue Misto.
Nel 1993 i 99Posse sbancano i centri sociali con questo disco potente
In una posizione più vicina a questi ultimi,ma con una grandissima capacità di raggiungere una platea più ampia, il primo rapper vero e proprio fu Frankie Hi-NRG.
il video ufficiale di Fight da Faida
Francesco Di Gesù, questo il nome all’anagrafe, è senza dubbio uno dei principali pionieri del genere, da sempre convinto esponente della cultura hip-hop e tra i primi a traghettare la tradizione più classica del rap americano nel nostro Paese. Frankie pur restando un rapper in prima linea e sempre integrato all’interno dell’ambiente hip-hop (Fight da Faida, nel 1992) ha attraversato questa lunga fetta della musica italiana senza disdegnare il confronto con altri generi, andando alla ricerca anche di un pubblico “pop” (Quelli che Benpensano,nel 1997) o lanciandosi in nuove formule di contaminazione.
Il video che ha lanciato Frankie Hi-NRG nel main stream
Una delle più recenti prove in cui l’artista torinese si è cimentato è quella confezionata in occasione dell’edizione 2018 del Torino Jazz Festival insieme al trio Al JazZeera e che ora è in tour per il Piemonte con uno spettacolo che mercoledì 27 marzo sarà al Toselli di Cuneo. Idea alla base del progetto è quella di intraprendere un viaggio fatto di contaminazioni musicali, dissonanze in rima e corto circuiti geografici, dagli Usa al Maghreb passando per il nostro stivale: del resto proprio il rap, alle origini, nasceva attingendo dalle esperienze novecentesche che si erano espanse nella cultura afroamericana, dal jazz al blues, con una operazione di taglio e cucito in cui la parola fungeva da ago e filo.
Questo il progetto di Frankie con Al Jazzeera
Chi meglio di Frankie Hi-NRG dunque a dissipare una matassa culturale come quella che viviamo nel mondo contemporaneo ed a fare da collante nella storia di questi generi in questi ultimi 30 anni?
EMOZIONI dal Palco - commenti a caldo post serata
Giorgio Li Calzi presenta la serata introducendo il trio torinese degli Al JazZeera che insieme a Frankie Hi-NRG ha confezionato la produzione dello spettacolo per l'edizione 2018 del Torino Jazz Festival.
Il pubblico saluta la band con un applauso e ben più timidamente, in maniera anche un po' inaspettata il front-man; sarà per quella barba che sa di hypsteria, mista ad uno pseudo-integralismo da talebano, il rapper si scompone poco, e sa che dovrà farsi valere sul campo.
Dopo un brano strumentale di introduzione parte il ritmo percussivo del flow di Frankie e il pubblico si scalda, nella sua modalità di cantare la parola c'è tutto lo slancio di un giovane che si affacciava a inizio anni '90 al mondo e che lo guardava con occhi che oggi paiono per certi versi antichissimi, ma quasi per paradosso ancora assolutamente attuali.
La maggior parte della scaletta (unico neo il numero limitato dei brani che ha lasciato il pubblico assetato di qualche rima in più e un numero di bis pressoché identico alla prima parte del live) è stata tratta dai primi due dischi, quelli più politici e programmatici: Libri di Sangue, Fight da Faida, Disconnetti il Potere, Potere alla Parola, Autodafè, Quelli che Benpensano ed una più recente Elefante.
Frankie dimostra mobilità sul palco, il suo flow è continuo incessante, sia quando riflessivo sia quando spara come una mitraglia, parole a ripetizione. Se viene considerato il primo vero rapper (nel senso di artista solo, senza supporto di altro MC, selecter e dj, come erano le crew sullo stile della cultura hip-hop degli esordi), ci sarà un motivo e il pubblico apprezza sia per il suo essere artista sia per quell'idea manco tanto velata di voler "bucare" il velo che divide pubblico e palco, cercando il più possibile l'interazione.
Il live è godibile, fresco, una rasoiata che fa pensare che porta l'ascoltatore a ragionare sull'importanza e il contenuto della parole e che lo porta lontano sulle sonorità che imbastiscono gli Al Jazzeera, eccezionalmente supportati in un paio di brani anche dalla tromba di Giorgio Li Calzi (molto impattante la coda finale "rumoristica" su Quelli che Benpensano). Talvolta suono e parole fanno un po' la lotta a chi debba stare in prima linea, ma la musica pop (a differenza di un testo recitato o, al contrario, della musica strumentale) è anche questo.
L'esperienza è sicuramente assai interessante ed un'idea che va coltivata e magari proseguita, un modo per avvicinare non solo il capoluogo di regione, ma anche i luoghi più periferici di un "impero" a sentirsi parte, coinvolti e soprattutto - come emerso nella serata - un'occasione per spingere le persone "a uscire di casa", e dal proprio guscio.
Frankie hi-nrg mc in live con l'Al jazzera trioin Fight da Faida
Gepostet von CULTURE CLUB 51 am Mittwoch, 27. März 2019