È da una settimana che questa polemica infuria a Peveragno: l'abbattimento degli alberi in piazzetta San Domenico ha sorpreso molti e sconcertato tutti i frequentatori abituali dello spazio, famiglie con bambini che si fermavano all'ombra delle piante nei pressi dell'altalena, e anziani che sedevano al fresco, a chiacchierare tra una partita a bocce e l'altra. Anche il parroco, don Luca Giaccaria, ha rispolverato le sue doti di vignettista per dare voce, scherzosamente, al pensiero dei concittadini. Naturalmente, l'opposizione "Peveragno continuità e innovazione" ha tuonato attraverso i suoi canali, contro la decisione del sindaco e dei suoi collaboratori. Che ora, dopo una settimana di silenzio, spiegano le ragioni della loro scelta.
«Nessuno si sveglia un mattino dicendo “devo abbattere qualcosa” tanto per divertirsi a flagellare il verde pubblico, ma si tratta di decisioni ponderate, dove tocca scegliere fra la pubblica sicurezza e la permanenza di alcuni magnifici alberi. La scelta è purtroppo obbligata» scrive Renaudi. « Da più parti sono state fatte affermazioni del tipo che “gli alberi erano sani”, e “non era necessario abbatterli”: falso. Uno dei tronchi presentava una lunga fessurazione verticale, che correva per più di metà dell’altezza dell’albero stesso, e che si era allargata a vista d’occhio nel giro di qualche mese. In almeno altri due tronchi erano presenti cavità frutto dell’attacco di insetti, ed erano presenti formicai all’interno del tronco, segno di una debolezza generale degli alberi stessi. Alla base, a seguito di eventi ventosi si registravano innalzamenti del terreno circostante i tronchi anche di 20-30 centimetri, segno evidente che le radici non riuscivano a rimanere saldamente ancorate al terreno. Infine, oltre ai dati sopra esposti, era doveroso fare una semplice considerazione: nessuna persona di buon senso continuerebbe a mantenere vicino a casa propria o al bordo di una pubblica via alberi alti oltre 15 metri. Specie dopo avere visto in questi ultimi anni cosa è in grado di fare il vento». Inoltre l'Amministrazione si rifà al regolamento di Polizia Rurale, e all'articolo 7 che recita «Per quanto attiene alla distanza degli alberi dal ciglio delle strade e dalle linee di confine tra proprietà private, viene stabilito quanto segue: alberi di alto fusto: (Pioppi, Betulle, Larici, Abeti e Conifere in genere, Querce, Frassini, Olmi, Castagno alto, Aceri, noce da legname, cedro ed assimilabili) dovranno essere posti ad almeno 15 metri dal confine». All'articolo 8 inoltre, è scritto: «…Dovrà in ogni caso essere impedito che in caso di eventi atmosferici (es: pioggia e vento e durante la stagione invernale durante le precipitazioni nevose) la caduta di rami o alberi sulle strade, possa causare pericolo …».
«Se il Comune chiede, per motivi di sicurezza, di non piantare alberi di alto fusto vicini ai confini o lungo le strade, lo stesso Comune non può certo fare finta di niente e lasciare in pieno centro abitato dei veri e propri colossi, tanto belli da vedersi quanto purtroppo potenzialmente pericolosi- commenta Paolo Renaudi -. E gli eventi di questi ultimi anni ci hanno ampiamente dimostrato che occorre fare prevenzione e mettere in sicurezza il nostro patrimonio verde prima che qualche grave incidente faccia tardivamente ricredere anche i più ostinati detrattori della presente Amministrazione». In conclusione, scrive: «Piazza San Domenico verrà comunque riqualificata, con piantumazione di carpini già ordinati (piante decisamente più facili da gestire), e installazione di nuovi giochi e di nuove panchine, trasformando la piazza in un angolino fruibile da tutti, non dimenticandoci dei pensionati che amano giocare alle bocce a cui verranno dedicati altri spazi. A proposito, l’Amministrazione ricorda che l’uso pomeridiano dei campi esterni della bocciofila è libero e gratuito, come comunicato dai responsabili della bocciofila stessa».