Roburent: ecco perché non è stata intitolata la via a Nuto Revelli… per ora

Dopo l’intervento del figlio dello scrittore partigiano, Marco Revelli, la risposta di chi era in Amministrazione al tempo della revoca

Una targa per ricordare lo scrittore e partigiano Nuto Revelli, nel Comune di Roburent, insignito della medaglia di bronzo al valor civile per gli atti di eroismo compiuti durante la Resistenza. Una proposta lodevole ma che ha incontrato qualche difficoltà di realizzazione, difficoltà che hanno portato allo scatenarsi di una vera e propria polemica, che sta accendendo anche la sfida elettorale nel Comune prossimo al voto comunale.

La storia: prima l’approvazione, poi la revoca
Nel 2004 l’allora sindaco Bruno Vallepiano aveva proposto di intitolare una strada allo scrittore cuneese, decisione subito approvata dal Consiglio comunale ma poi bloccatasi a causa delle pratiche burocratiche necessarie all’intitolazione.

Nel 2017, la proposta era stata ripresa dal sindaco Fabrizio Nugnes, ma al momento di posizionare la nuova targa i problemi si erano fatti sentire: a cambiare nome avrebbe dovuto essere infatti “Via alla Croce”, in località Cardini, ma gli abitanti avevano protestato vivamente, fino a condurre alla decisione della revoca.

Questo annullamento ha scatenato la decisa reazione delle Associazioni partigiane, di autorità ed Enti pubblici, fino alla lettera scritta dal figlio del letterato, il sociologo Marco Revelli, in cui si condanna duramente questa scelta. Presidente della Fondazione intitolata alla memoria del padre, Marco Revelli scrive infatti: «La scelta dell’Amministrazione comunale di Roburent di cancellare il ricordo di persone e di fatti che appartengono alla cultura e alla storia italiana non sfiora né scalfisce la loro memoria. Quell’atto, dettato o da ignoranza o dalla nostalgia per un regime condannato dalla storia, suona piuttosto a insulto agli abitanti di quel Comune che tra il 1943 e il 1945 diedero il loro appoggio ai partigiani (che senza quel sostegno non avrebbero potuto sopravvivere neppure una settimana) e a quei contadini e montanari alle cui vite sono dedicati i libri di Nuto Revelli, dal “Mondo dei vinti” a “L’Anello forte”». Da questo, la decisa protesta di chi, come la Onlus “Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo”, chiede che l’intitolazione della via finalmente avvenga.

«Non vogliamo offendere la memoria di Nuto Revelli, il problema è un altro»
Ma una spiegazione su com’è nata la decisione di togliere la targa arriva da Viviana Costa, vicesindaco della Giunta Nugnes: «Gli atti dell’Amministrazione Nugnes non sono sconsiderati o contrari per principio all’intitolazione di via alla Croce a Nuto Revelli. Il problema è tutt’altro, e non c’entra nulla con fascisti e comunisti. Dopo aver portato avanti la pratica nel 2017, quando abbiamo mandato i cantonieri a mettere le targhe sul palo, molti abitanti della frazione si erano radunati per protestare, perché affezionati all’indicazione toponomastica riferita alla Croce dei Cardini che negli anni hanno costruito e curato. Considerata la forte opposizione degli abitanti della borgata, con uno degli ultimi atti di Giunta era stato deciso di annullare la delibera dell’epoca affinché la strada individuata fosse definita “Via alla Croce”, pensando di intitolare in futuro una via all’Ufficiale partigiano Nuto Revelli, individuando un luogo nel quale sia bene accetta dalla popolazione», cosa resa impossibile dalle dimissioni del sindaco Nugnes. Per andare avanti, si aspettano ora le nuove elezioni del prossimo 26 maggio.

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