L’amicizia tra uomo e cane risale agli albori della storia e ancora oggi perdura, ma come era questo rapporto nell’antichità? Lo abbiamo chiesto all’archeologa Chiara Zanforlini educatrice museale presso il Museo Egizio di Torino e collaboratrice presso il Centro Studi Petrie.
Come era visto il cane nell’Antichità?
Il cane ha sempre rivestito un ruolo importantissimo nel mondo antico. Nel tempio di Gobekli-Tepe, in Turchia, vi sono tracce di domesticazione risalenti ad almeno 12 mila anni fa. In Francia, nella grotta Chauvet sono state trovate le impronte di un bambino e di un cane risalenti a 26 mila anni fa. In Mesopotamia i cani, probabilmente dei saluki, erano associati alla dea Inanna e al suo sposo, e alla dea guaritrice Gula. Sono anche state trovate statuine di cani con funzione protettiva interrati sotto le soglie delle case. In Grecia, i cani erano usati per la caccia, la pastorizia e la compagnia. I romani li apprezzavano molto per la caccia e la protezione della casa, come mostrano i molti mosaici con la scritta “Attenti al cane”. Si pensava che vedessero e allontanassero con i loro latrati gli spiriti maligni; sono inoltre citati nelle leggi romane come custodi della casa e delle greggi, e numerose stele funebri rappresentano uomini e donne con i loro cani. Nella cultura celtica e germanica, i cani erano associati a divinità femminili, oltre che alla guida e protezione dei morti nell’oltretomba, mentre fra gli scandinavi la sposa di Odino si fa trasportare su un carro trainato da cani.
E nell’antico Egitto?
In Egitto un ignoto “servitore del re”, vissuto nell’antico Regno, seppellì per ordine reale il proprio cane Abuwtiyuw con tutte le cerimonie necessarie. I faraoni, come Ramesse II, sono spesso raffigurati con i loro cani da caccia, e alcune sepolture contengono i cani del proprietario della tomba. Una delle più antiche rappresentazioni di un cane al guinzaglio risale al 3500 a.C., mentre uno dei collari più belli, adorno di motivi a fiori di loto, proviene dalla tomba di Maiherpri (XV sec. a .C.). Una delle principali divinità, Anubi, ha l’aspetto di uno sciacallo o di un cane così come molte altre divinità minori locali. Vi è inoltre il dio dei vasi canopi, Duamutef, che protegge lo stomaco. Esistevano inoltre cimiteri per gli animali sacri ad Anubi, uccisi dai sacerdoti, mummificati e comprati dai fedeli che si recavano al tempio. Una missione polacca sta scavando a Berenice quello che sembra un cimitero di animali domestici, inclusi i cani (e dove pare che vi sia anche il primo esempio noto di un tumore in un cane).
Presso il Museo Egizio di Torino vi sono testimonianze del rapporto tra uomo e cane?
Oltre alle mummie, si custodiscono i dipinti della tomba di Iti e Neferu, risalenti al 2100 a.C. circa, dove Iti è accompagnato da due levrieri; il defunto è con un cane anche nella sua stele e su di una stele di medio Regno (2000-1800 a.C.) compare un cane e il suo padrone.
Grazie mille, dottoressa
Per Gea, Stefania Labruzzo
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