Per festeggiare i 10 anni di CULTURECLUB51 si è pensato di raccontare lo “stato dell’arte” oggi contrapposto a quello di 10 anni fa per vedere chi eravamo e chi siamo, immaginando il noi di domani. A inizio millennio produzione e distribuzione musicale seguivano canoni del secolo scorso, con margini in picchiata ed Internet in ascesa: lo strumento testato e la macchina avviata; la si doveva lanciare. Lo spazio musicale si basava sulle conoscenze che si creavano nel tempo, intrecciando rapporti; con l’era digitale il mondo ha acquisito una nuova dimensione in cui il pubblico può essere ovunque. Il contenitore più strutturato era MySpace, Youtube ancora diffondersi, sparute realtà (la Blogothèque) lavoravano su estemporaneità originali, così come le trasmissioni radio streaming ai prodromi. Se pensiamo oggi a MySpace possiamo convenire sulla rapidità delle rivoluzioni informatiche: il CD a inizio anni ‘90 si reputava eterno, oggi – dopo la parentesi degli mp3 – è stato soppiantato dalla musica “liquida”. Allo stesso modo un genere come il rap, da sempre e per natura abituato ad essere ghettizzato, espressione del movimento hip hop e la frazione di un mondo assai più variegato, nel giro di un lustro è diventato fenomeno globale di un’intera generazione. E su scala locale? Cuneo2Night e BeUrself sono durati un quinquennio raccontando una provincia che usciva dal guscio e che in gruppo si auto-promuoveva. Lo spopolamento dei tanti locali che proponevano cover band sarebbe stato letto, con il senno di poi, come un crescente e inesorabile disinteresse da parte giovanile per l’intrattenimento musicale a favore di nuovi fenomeni dove aperitivo, cocktail o cena gourmet sono diventati espressione della cultura dell’autocompiacimento edonistico. I pochi eventi che raccolgono pubblico sono i fenomeni di piazza, carrozzoni dagli investimenti esorbitanti che difficilmente possono essere sostenuti da enti pubblici e che in mano ai privati assumono connotazioni diverse: Collisioni, WakeUp o GruVillage sono esperimenti che hanno catturato attenzione, poi diventati fenomeni su larga scala. Faranno la fine de L’Ultimo Impero di Airasca negli anni ‘90? Chi resiste, a beneficio di un pubblico meno “di massa”, sono quei soggetti dalla narrazione inconsueta: ToDays è il festival di riferimento, mentre il territorio conta realtà collaudate come Monfortinjazz, Balla Coi Cinghiali o esperienze più piccole come Encode, Artico o il Piccolo Festival della Felicità che, non senza difficoltà, mettono insieme un’offerta contenuta ma non banale. Nel #20 del 2010 CULTURECLUB51 propose un censimento annotando il nome di una settantina di artisti che riempivano di suoni il territorio (escludendo CoverBand, “gruppi liceali” e dj). Oggi un’operazione di questo genere offrirebbe uno spaccato diverso, non solo numericamente. Il rocker è in via d’estinzione, tengono duro nicchie quali metal o punk, i cantautori sono paragonabili ai carbonari e le (poche) cose interessanti si trovano nell’elettronica oppure in chi lavora sull’ibridazione di generi. É inevitabile che il mondo cambi e quello musicale probabilmente vive un passaggio epocale, la scena si è arricchita di musicisti bravi tecnicamente, sulla freschezza delle idee forse bisogna ancora lavorare; così come varrebbe la pena lavorare sulla creazione di una domanda che, ad oggi, latita pesantemente.
#isolanontrovata/Un decennio di musica
Come eravamo e cosa siamo diventati. Dieci anni di scena musicale in provincia di Cuneo