VALTER BOERO
Candidato per: Popolo della Famiglia
Liste: Popolo della Famiglia
CHI È?
Età: 64 anni
Nato a Piasco
Residente a Torino
Sposato, due figli
Studi: laureato in Scienze agrarie all’Università di Torino
Professione: docente di Chimica del suolo all’Università di Torino, Dipartimento di Scienze agrarie forestali e alimentari
Politica: iscritto al partito del Popolo della famiglia
Ultima dichiarazione dei redditi: ammonta a 65.292 euro
L'INTERVISTA
Il suo partito punta molto su temi legati al mondo del welfare, della famiglia, dei figli. Amministrare una Regione, però, non è solo welfare: non vi sembra limitante puntare solo su questi grandi temi?
Amministrare una Regione significa identificare i problemi più importanti e poi agire cominciando da quelli più gravi. La scelta di puntare sulla maternità non è una scelta di welfare. E’ la scelta per far ripartire la Regione da un punto vista umano ed economico. Tra le ricadute c’è anche il welfare, ma in seconda battuta. Il problema più grave del Piemonte è la denatalità (55.000 decessi/anno e solo 30.000 nascite) e in particolare quella delle donne italiane che hanno il record negativo europeo di 1,2 figli/donna contro un fabbisogno minimo di 2.1. Tutti gli economisti del mondo sanno che con la crescita della popolazione cresce il PIL, la ricchezza, con la diminuzione della popolazione il PIL decresce e aumenta la povertà.
Restando invece sui temi a voi cari: quali sono gli interventi concreti e le istanze che potrete portare in Regione, considerato che molti temi legati alla famiglia dipendono dal contesto nazionale? E qual è, fra questi, il principale?
Non si può sempre aspettare Roma, già impegnata in furiosi litigi. La Regione ha risorse sufficienti per intervenire sulla maternità. La sperimentazione del Reddito di Maternità in Piemonte che noi proponiamo costa circa il 2% del bilancio regionale. Si tratta di un investimento: 1.000 euro al mese per 8 anni alla mamma che decide di crescere ed educare il figlio in via esclusiva. Se arriva un secondo o terzo figlio il conteggio riparte da zero. Se arrivasse un quarto figlio, diventa un vitalizio, così nel caso in cui arrivi anche un figlio disabile. Gli effetti di questo investimento hanno ricadute immediate e mobilitano l’energia dei giovani, le loro motivazioni, si trova lavoro perché c’è la garanzia per la mamma del bimbo… Il rafforzamento delle famiglie permetterà di far fronte a due voci di spesa pesanti: sanità e pensioni. La sanità assorbe l’80% del bilancio regionale e proprio con una collaborazione delle famiglie si possono realizzare enormi risparmi con il reinvestimento nel settore artigianale che è in grado di assorbire molta manodopera giovanile ora disoccupata.
Di recente il vostro movimento è stato al centro di forti polemiche in Italia, e siete stati accusati da alcuni di essere veri e propri “fondamentalisti”. Lei come si pone rispetto queste accuse?
Le accuse non riguardano noi certamente. C’è molta confusione. Noi non siamo fondamentalisti e non gradiamo la strumentalizzazione che si fa di temi rilevanti come la famiglia, l’ambito sessuale, l’ambito religioso. I membri del Popolo della famiglia sono persone che sono state e sono impegnate nel volontariato, fuggono i media, aiutano le famiglie in difficoltà. A noi pare tutto una montatura e una incapacità di leggere la realtà e anche la Costituzione della Repubblica Italiana. Bisogna avere pazienza: in questo periodo tutti diventano molto cattolici, si spendono (a parole) per la famiglia, asili, si indicano i finanziamenti dall’Europa, una miniera d’oro… Tranquilli, dopo il 26 maggio tutto rientra.
A livello nazionale il Popolo della famiglia viene ritenuto vicino ai partiti di Centrodestra (e in particolare ad alcuni esponenti come Meloni o Salvini). Questa vicinanza si delineerà anche in Consiglio regionale?
I partiti di Salvini e Meloni hanno consenso perché, con il possesso dei canali di comunicazione con la gente, sventolano bandiere a volte interessanti, ma inseguono l’umore della gente a colpi di sondaggi, ma non sanno bene dove andare. Certamente hanno una produzione di fatti modesta e un eloquio pesante che ormai va verso la saturazione. Per esempio dopo che il Popolo della famiglia (che non è in Parlamento) ha lanciato il Reddito di Maternità ed ha iniziato a raccogliere le firme per il ddl di iniziativa popolare, è arrivato un annuncio (via tweet, fb…) il reddito di natalità targato Meloni. Siamo contenti di essere copiati, anche se, come noto, prima della natalità c’è la maternità. In ogni caso non basta fare annunci a chi è al Governo (la Lega), ci vogliono i provvedimenti. A volte anche gli annunci inquietano: la legalizzazione della prostituzione e qua e là c’è chi ci fa un pensierino. In Consiglio regionale sapremo in quale direzione andare.