Processione votiva, nel giorno dell’Ascensione, per la città di Mondovì, che di buon mattino, con la presenza di numerosi fedeli dalle parrocchie cittadine, si è incamminata da Piazza verso il Santuario, lungo la via giubilare delle cappelle, in adempimento ad un voto appunto della cittadinanza monregalese per invocare la liberazione dal colera nel 1835. L’ha ricordato il vescovo, mons. Egidio Miragoli, nell’omelia in Basilica all’interno dell’Eucaristia, al termine del pellegrinaggio a piedi, che vedeva in testa gli appartenenti alla Confraternita della Misericordia di Piazza.
«Anche quest’anno, nel giorno dell’Ascensione, si rinnova il gesto di devozione e di gratitudine alla Vergine Maria da parte della città di Mondovì nelle sue diverse componenti – ha spiegato il vescovo Egidio –. Come sappiamo, il pellegrinaggio era iniziato nel 1835 a seguito di “una deliberazione portante voto solenne a Maria Santissima onde allontani da questa città il cholera morbus”. Cosa curiosa: promotore del voto e del pellegrinaggio, della durata di 50 anni, furono il sindaco e gli amministratori della città di Mondovì. Alla scadenza, nel 1885 il voto fu rinnovato per altri 25 anni a motivo di una nuova ondata di colera; ancora allo scadere dell’impegno preso, nel 1910 il vescovo mons. Ressia, volle si continuasse la processione per invocare la benedizione di Maria sulle nostre genti; e altrettanto si fece in tempi via via più difficili e drammatici. Oggi, non è più tempo di colera o di guerre. Tuttavia, ugualmente sentiamo il bisogno di affidare a Maria la nostra città e le nostre famiglie per preservarle da mali forse peggiori: meno evidenti, magari, ma proprio per questo più subdoli e difficili da combattere. Penso a nuove forme di solitudine che svuotano l’anima, all’egoismo consumistico che ci dona illusorie mete di apparente felicità, alle droghe e ludopatie che si divorano patrimoni ed esistenze, alla dissoluzione delle famiglie, alle difficoltà delle agenzie educative, siano esse laiche o religiose, nel trasmettere valori. Tutto questo, che sovente ci smarrisce e ci fa sentire impotenti, nello stesso tempo ci suggerisce di rivolgerci a Maria, la Madre, implorandone l’aiuto e la fattiva protezione». Il vescovo si è poi soffermato sul significato coinvolgente ed impegnativo del “camminare insieme” come comunità credente, al fianco di tutti. Infine ha offerto spunti di riflessione sul mistero-evento dell’Ascensione, suggerendo uno sguardo rivolto verso l’alto, ma con i piedi per terra, facendosi tenaci costruttori del Regno di Dio.
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