Primo verdetto negativo sulla candidatura UNESCO delle Alpi del Mediterraneo: parte la petizione on line

parco alpi marittime

Ci sarebbe un primo parere negativo sulla candidatura UNESCO delle Alpi del Mediterraneo.

Nel febbraio 2018 è stata presentata ufficialmente la candidatura delle Alpi del Mediterraneo - una grande area naturale protetta di 268.500 ettari fra Italia, Francia e Principato di Monaco - per divenire Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Tuttavia, una delle ONG che preparano i dossier per l'UNESCO avrebbe bocciato in prima battuta la candidatura  delle Alpi del Mediterraneo. Lo afferma la parlamentare cuneese PD Chiara Gribaduo, che ha aperto una petizione on line su Change.org.

A emettere il parere negativo sarebbe stata la IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura, ONG internazionale con sede in Svizzera che ricopre il ruolo di Osservatore dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ed è considerata come «la più autorevole istituzione scientifica internazionale che si occupa di conservazione della natura».

LEGGI QUA E FIRMA LA PETIZIONE

«Se vogliamo avere ancora una chance in vista della Conferenza UNESCO - afferma - che si terrà a Baku, in Azerbaigian, dal 20 giugno al 10 luglio prossimi, adesso abbiamo bisogno di fare gioco di squadra, per il nostro territorio, per la salvaguardia dell'ambiente! Per questo chiediamo al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, al Presidente del Piemonte Cirio e al Presidente della Liguria Toti di fare ogni sforzo possibile per sostenere questa candidatura in vista della conferenza di Baku che nominerà i nuovi Patrimoni dell'Umanità riconosciuti nel 2019. Le Alpi del Mediterraneo sono un patrimonio naturale straordinario, testimone eccezionale della geologia del pianeta. Qui è conservata la memoria di eventi remoti, che datano milioni di anni fa, e nello stesso tempo costituiscono un inestimabile incubatore di biodiversità per la vita che verrà. È nostro dovere proteggerli e farli conoscere, consegnarli integri alle future generazioni».

LA LETTERA-APPELLO AL MINISTRO

Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare,  Sergio Costa, al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, al Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti

«Gentile Ministro, gentili Presidenti,
con questa lettera chiediamo il vostro impegno per il futuro di un patrimonio naturalistico eccezionale del nostro territorio nazionale ed europeo. Si tratta delle Alpi del Mediterraneo, la grande area transfrontaliera compresa fra Italia, Francia e Principato di Monaco e composta dal Parco naturale delle Alpi Marittime, dal Parco naturale del Marguareis, dal Parc National du Mercantour, dal Parco naturale delle Alpi Liguri. Questo territorio è un testimone eccezionale della geologia del pianeta: si tratta di beni naturali preziosi per conservare la memoria di eventi remoti, che datano milioni di anni fa, e nello stesso tempo costituiscono un inestimabile incubatore di biodiversità per la vita che verrà. È nostro dovere proteggerli e farli conoscere, consegnarli integri alle future generazioni. Si tratta di 268.500 ettari di superficie distribuita in 79 Comuni di tre Stati, un’area al centro del Mediterraneo e dell’Europa sulla quale si è sviluppata un’eccezionale collaborazione transfrontaliera, portata avanti per anni dai funzionari del Parco delle Alpi Marittime. Un’alleanza internazionale nata dal loro prezioso lavoro locale, della quale l’Italia ha scelto di essere capofila assieme ai due paesi partner, Francia e Principato di Monaco.
Dopo anni di preparazione, il Ministro Galletti aveva inviato a Parigi la candidatura a patrimonio UNESCO il 31 gennaio del 2018; a giugno dello stesso anno, questa aveva superato la prima selezione dell’agenzia ed era entrata nella rosa finale dei candidati a Patrimonio mondiale dell’umanità. A partire dallo scorso autunno, i funzionari incaricati hanno visitato le aree interessate e iniziato a redigere i loro rapporti sulle Alpi del Mediterraneo, in un percorso sostenuto anche economicamente dalla regione Piemonte, consapevole del valore di questo progetto per il territorio cuneese e piemontese.
Oggi questo percorso rischia di interrompersi. Il 20 maggio, mentre in Italia infuriava la campagna elettorale, l’UNESCO ha pubblicato la lista delle candidature che saranno discusse nella conferenza di Baku, in Azerbaigian, dal 30 giugno al 10 luglio prossimi, con allegati i relativi pareri. E purtroppo il parere per le Alpi del Mediterraneo rilasciato dallo IUCN è al momento negativo. Non dobbiamo demoralizzarci né arrenderci: è accaduto spesso che una candidatura dovesse affrontare più passaggi, anno dopo anno, per divenire infine Patrimonio Unesco. Ma non possiamo nemmeno pensare che si tratti di formalità, e che sia sufficiente procedere per inerzia. Nelle numerose pagine del rapporto IUCN, fra le voci critiche troviamo i dubbi sul ruolo e sull’impegno degli Stati proponenti nel tutelare in futuro questo patrimonio naturale. È chiaro che in questi consessi internazionali, in cui gli Stati competono fra loro per ottenere il prestigioso riconoscimento e i suoi benefici diretti e indiretti, economici, le diplomazie istituzionali possono essere determinanti nel far risaltare e arrivare al successo un progetto di questo tipo, mentre la loro assenza o un loro impegno lasco genera irrimediabilmente una sconfitta. Mi appello dunque a voi, al Ministro dell’Ambiente e ai Presidenti delle regioni Piemonte e Liguria, perché nel corso di questo mese di giugno, e se necessario nei prossimi anni, non facciate mancare in alcun modo un sostegno chiaro e tangibile alla candidatura delle Alpi del Mediterraneo a Patrimonio dell’umanità. Si tratta di una sfida che consentirebbe di tutelare un’area di eccezionale bellezza, un’inestimabile testimonianza della storia del nostro pianeta. Un riconoscimento di fronte al mondo, del quale beneficerebbero in primo luogo le laboriose comunità locali, da millenni testardamente insediate nelle valli alpine ai margini di questo grande parco e da tempo in prima linea per mantenerne specificità e biodiversità. In quest’epoca di crescente sensibilità per la tutela dell’ambiente e di insensati conflitti con i nostri alleati più prossimi, con i quali invece condividiamo un progetto di grande qualità e lungimiranza, la spinta dell’Italia e del Piemonte per la tutela di questo patrimonio comune sarebbe, per tutti, una grande segnale di speranza».

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