Omicidio-suicidio di Cuneo: la vittima anni fa aveva un negozio all’Altipiano

Anni fa DeAngelis aveva lavorato anche a Mondovì socio di un negozio di articoli sportivi all'Altipiano in via I Alpini. Ma non era socio di Sciandra in questa attività

omicidio-suicidio di Cuneo

Dietro l'omicidio-suicidio di Cuneo potrebbe esserci la motivazione più brutta, banale e semplice di tutte: odio. Germano Sciandra odiava Marco DeAngelis. Lo odiava, forse, da 15 anni. Da quando erano stati in affari insieme, soci in un'attività che poi era andata male. E da quel giorno Sciandra, 65 anni, di Mondovì,  aveva covato il rancore verso il suo ex-partner di Cuneo.

Un uomo notissimo nell'ambiente sportivo a Cuneo. Ma anche a Mondovì: perché anni fa DeAngelis aveva lavorato anche qua, socio di un negozio di articoli sportivi all'Altipiano. Anche questo si chiamava "Dimo Sport", era in via I Alpini, quasi all'incrocio con la farmacia.  Attività che non aveva aperto con Sciandra ma con un'altra persona. Una donna, che oggi lavora a Cuneo. E che di Sciandra oggi dice: «Mai visto conosciuto, non so chi fosse. Marco non me ne aveva neppure mai parlato». A Mondovì non era andata bene, e si era spostata a Villanova.

Rancore che poi è esploso la sera di giovedì 4 luglio: quando il monregalese è entrato nel negozio di DeAngelis con la pistola in pugno. Un'arma che aveva comprato da anni: una "Smith & Wesson" a tamburo, regolarmente denunciata e detenuta. L'ha estratta, gli ha sparato. Prima l'ha ferito, poi l'ha ucciso sparandogli in testa. Infine si è rivolto contro la sua stessa pistola, alla tempia, e l'ha fatta finita.

Rancore e odio dietro l'omicidio-suicidio di Cuneo

Un gesto folle, terrificante, ma compiuto con una lucidità tale (pare avesse addirittura pagato il parchimetro, dopo aver osteggiato la sua "Punto" a Cuneo) che lascia intuire freddezza e determinazione. Più di quanta chiunque si potrebbe aspettare da un uomo che mai aveva dato segni di follia: una vita defilata, mai sposato, viveva con suo fratello in frazione San Giovanni dei Govoni. Abitavano in una casa in via Gratteria: i vicini stessi dicono che non lo vedevano quasi mai, non sapevano cosa facesse nelle sue giornate. La casa è una delle prime abitazioni non cascinali edificate nella frazione: tutti la chiamano "la palazzina", una villetta a due piani con giardino.

Il fatto è avvenuto giovedì 4 luglio, poco prima delle 19, a due passi da piazza Galimberti. Un uomo, amico di DeAngelis, è testimone oculare dell'omicidio: stava entrando nel negozio ,quando ha visto la scena. L'omicidio e poi il suicidio. I Carabinieri sono giunti sul posto con il comandante del reparto operativo, Marco Pettinato, e con il comandante di compagnia di Cuneo Domenico De Biasio. Il pm Alberto Braghin è arrivato sul posto. Sono stati ascoltati i partenti e gli amici, il fratello di Sciandra. Perquisita l'auto e la casa, dove sono stati trovato ulteriori elementi per ricostruire la vicenda. Una storia di odio, una storia orrenda.

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