Si va verso un "patto politico" per recuperare gli edifici vuoti di Mondovì Piazza. Per la prima volta da più di un anno e mezzo, ovvero da quando la frana ha spaccato l’Alberghiero, a Mondovì si è cercata una convergenza bipartisan su uno dei temi più spinosi degli ultimi anni: il futuro delle Scuole superiori e il destino dei mille edifici vuoti. Ex scuole, ex ospedali, ex caserme. La forma sarà quella di un gruppo di lavoro, forse una Commissione consigliare, con amministratori e professionisti, tutti assieme appassionatamente per trovare una soluzione. Non solo: i rumors parlano anche già di un possibile coinvolgimento della Provincia. Scenario inedito, e abbastanza curioso.
LA PROPOSTA DEL PD
Un tema caldissimo, a Mondovì, perché coinvolge tanti aspetti. Quelli amministrativi (come gestire i servizi?), quelli urbanistici (cosa costruire? cosa recuperare?), quelli finanziari (con che soldi?) e infine quelli politici, rispondendo alla domanda più scomoda di tutte: a chi tocca la responsabilità della scelta? Da mesi ci si accavalla sulle ipotesi: costruire una nuova scuola all’Altipiano in via Piemonte, ristrutturare la Cittadella, trasferire i Licei oppure il “Giolitti”. Il PD ha deciso di fare la prima mossa. Con una proposta di dialogo, firmata dal Circolo e non solo dai consiglieri comunali: istituire un gruppo di lavoro, allargato ad amministratori e professionisti, per stendere una relazione sugli edifici non utilizzati a Piazza, sulle possibili destinazioni e sui costi stimati di recupero. Con un limite di tempo ragionevole, 6 mesi, per partorire un risultato.
«PENSIAMO AGLI EDIFICI VUOTI»
Il PD se ne guarda bene dall’attaccare il progetto dell’Altipiano, che anzi descrive come «una soluzione concreta che arriva dopo anni di progetti mai realizzati». Ma poi aggiunge: «È però una soluzione parziale, che alimenta le preoccupazioni e i dubbi di coloro che vedono l’ennesimo attacco alla vocazione di Piazza come rione degli studi e la rinuncia a dare un futuro agli edifici inutilizzati». Lo stesso sindaco Paolo Adriano condivide queste perplessità, assieme a una parte della maggioranza (lo ha affermato in più occasioni – non da ultima, l’intervista a “L’Unione” di due settimane fa). Cosa può fare una forza di minoranza? Tendere la mano: «Si può agire criticando a priori, senza proporre, oppure muoversi nella direzione di costruire alternative concrete e condivise. Noi scegliamo di uscire da una posizione di contrapposizione sterile, che non porta a nulla».
MEGLIO DIALOGARE CHE LITIGARE
La risposta della maggioranza è arrivata a ruota, ed è tutta al positivo: «Prendiamo atto con soddisfazione dello spirito costruttivo della proposta del circolo del PD – rispondono con un comunicato a firma della coalizione –. L’istituzione di un’apposita Commissione consiliare permetterà di formulare proposte realizzabili e di verificare ed approfondire le proposte alle quali sta già lavorando la Giunta. Auspichiamo anche la partecipazione delle altre forze componenti la minoranza». E nella risposta si conferma il nocciolo della questione: tentare tutte le carte per far rimanere le scuole a Piazza: l’Amministrazione comunale ha già effettuato un’analisi costi-benefici degli interventi, antisismici e di messa in sicurezza, che si renderanno necessari sugli edifici da recuperare come possibili sedi di scuola. Non c’è quindi solo la soluzione-Altipiano, ma anche «la richiesta alla Provincia ed alla Regione di verificare altre possibilità di mantenimento delle scuole a Piazza, proprio attraverso la messa in sicurezza di uno degli edifici vuoti». Ovvero, le ex Medie in via delle Scuole.
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