Maturità al linguistico: la dura replica delle insegnanti

Con una durissima lettera le commissarie interne rispondono alla lettera degli studenti, pubblicata sul numero del 24 luglio de "L'Unione Monregalese". «Accuse ingiuste lanciate dagli studenti» scrivono

Maturità

La scorsa settimana abbiamo pubblicato una lettera sottoscritta da 37 alunni (su 41) delle classi 5ª E e 5ª F del Liceo linguistico “Vasco-Beccaria- Govone” per evidenziare alcune criticità emerse, a loro detta, nel corso degli esami di maturità conclusi poco più di un mese fa. «Siamo stati ingiustamente messi in difficoltà» era, in estrema sintesi, il senso di un messaggio: giudizi positivi sulla scuola e sugli insegnanti, molto meno verso i membri esterni e il presidente della commissione. Ma una replica dei membri interni della Commissione d’esame offre una visione totalmente opposta e forti risposte alle «accuse ingiuste lanciate dagli studenti». Una replica dura quella delle insegnanti che tracciano un solco netto con i maturandi della 5ª E e della 5ª F. Resta, purtroppo, l’eco di un quinquennio scolastico finito nel peggiore dei modi e la sensazione che qualcosa sicuramente non abbia funzionato. Una sconfitta per tutti, che rischia di lasciare ancora altri strascichi.

Mensa Scuola Mondovì

 LA REPLICA DELLE COMMISSARIE INTERNE

«Egregi studenti, ricordiamo con affetto e malinconia ogni classe quinta che negli anni si è diplomata al Liceo linguistico, ma cercheremo di dimenticare questo esame di Stato 2018-2019. È difficile comprendere o riuscire a trovare una causa credibile e non pretestuosa per le accuse ingiuste e le calunnie che avete rivolto ad una commissione di professionisti il cui lavoro è stato caratterizzato da correttezza, competenza, insieme a disponibilità e condivisione. L’unica spiegazione possibile è che la frustrazione per non aver ottenuto, a modo vostro e alle vostre condizioni, ciò che probabilmente ritenete un diritto acquisito, vi abbia condotti, invece, che ad una seria e responsabile autocritica, ad individuare i colpevoli nelle figure dei commissari. Il vostro atteggiamento ci porta a ritenere che tanti di voi si sono presentati all’esame per giudicare e non per essere giudicati: evidentemente avevate immaginato che l’esame fosse, chissà, un pro forma con autovalutazione finale. O forse che il Liceo linguistico fosse diventato un “diplomificio”. Di tutta questa supponenza, siamo certamente colpevoli noi commissari interni. Avete velocemente e opportunamente dimenticato che vi siamo stati accanto con affetto, comprensione e disponibilità sempre, ma soprattutto in occasione di avvenimenti dolorosi che hanno profondamente segnato le vostre classi. Ecco il nostro errore madornale: con troppa tolleranza e generosità vi abbiamo letteralmente viziati e non disciplinati nel corso degli anni». Infatti:
Vi siamo sempre venuti incontro cercando di organizzare secondo il vostro agio le date e le modalità di compiti in classe e interrogazioni.
Abbiamo chiuso un occhio su comportamenti non sempre adeguati (perché “sono ragazzi, cresceranno”).
Spesso abbiamo arrotondato i voti per eccesso facendovi totalizzare medie di cui fate motivo di vanto e protestate perché “il voto d’esame non rispecchia la media”. Non dimentichiamoci che il nuovo esame prevede che il punteggio finale tenga conto per il 40% della media maturata (crediti), ma il restante 60% risulta dalla prova d’esame.
Abbiamo sopportato che spesso durante la lezione in corso molti di voi ripassassero altre materie senza neppure curarsi di apparire offensivi agli occhi dell’insegnante.
Negli anni, innumerevoli volte vi abbiamo pazientemente spiegato che certi voti da voi ritenuti troppo bassi (“ma prof. io ho parlato, ma prof. io ho scritto”) erano il risultato di esposizioni scritte e/o orali non pertinenti alla consegna, mal condotte, non ben strutturate, punteggiate da errori di grammatica, spesso di difficile comprensione e non esaurienti.
Evidentemente tutto questo ha prodotto un unico risultato: molti di voi hanno mantenuto la stessa arrogante inconsapevolezza che avete esplicitato anche in questa occasione. Non accettate il giudizio altrui perché la vostra filosofia è “io ho scritto… io ho parlato”, incuranti di cosa avete scritto o detto. Vi ritenete perfetti a prescindere? Noi membri interni siamo davvero una delusione e un fallimento: la nostra umanità e comprensione è stata scambiata per debolezza e mancanza di autorevolezza e avete quindi fatto sì che “voglio, posso, comando” sia diventato il vostro modo di porvi.
Avete accusato la commissione, soprattutto i membri esterni, di avervi messo in difficoltà e di non aver seguito i dettami dell’ordinanza ministeriale quando sapete bene che le manchevolezze sono solo vostre e della vostra preparazione, in alcuni casi, molto superficiale. Vi invitiamo a rileggere o leggere con cura i criteri sulla conduzione del colloquio e a farli leggere anche a chi sembrerebbe impegnato, per così dire, “a consigliarvi”. Si evince infatti da certa terminologia la presenza di qualcuno che, non sappiamo a che titolo e francamente non ci interessa, sembrerebbe incensare la vostra collera. A questo proposito, risulta davvero incomprensibile come mai studenti licenziati con punteggi di tutto rispetto si siano fatti coinvolgere in una tale immotivata polemica che li fa apparire come soggetti facilmente influenzabili dalla massa e non adulti dotati di una decisa personalità.
Sempre a proposito della “spietatezza” della commissione, fingete di scordare come almeno una decina di candidati, prima dell’inizio del colloquio, e in maniera del tutto estemporanea e immotivata, hanno manifestato crisi di pianto e poi di riso certamente infantili, poco dignitose e imbarazzanti per i commissari che hanno cercato in tutti i modi di sdrammatizzare e mettere gli studenti a loro agio. (Forse questo spiega il cambio di denominazione da esame di Maturità a esame di Stato: di maturità se ne è vista poca). Ricordatevi che difficilmente nella vita vi capiterà nuovamente di avere una commissione di persone che vi ascoltano e vi incoraggiano, mentre voi avete preferito infangarle.
Protestate perché alcuni di voi non hanno ottenuto il doppio diploma: come ben sapete l’iscrizione al corso Esabac (che è un’eccellenza) non garantisce l’automatica acquisizione di un diploma spendibile in Francia. Bisogna guadagnarselo con serietà, impegno e preparazione adeguata. Per fortuna la superficialità non sempre premia. Non ci interessa cosa accade negli altri Istituti: il nostro Liceo linguistico intende continuare a lavorare con serietà operando le dovute selezioni al fine di tutelare gli studenti davvero meritevoli. Aggiungiamo che per rispetto verso le vostre famiglie, che certamente al momento ritengono di aver generato dei martiri, non pubblicheremo gli indifendibili sproloqui che molti di voi hanno scritto e detto e che, quali commissari interni, ci hanno procurato un imbarazzo difficile da spiegare e da dimenticare.
In ultima sintesi, resta il rammarico di aver avuto la conferma che gli allievi che ritenevamo ormai “grandi” sono in realtà ancora dei bambini viziati che ben riflettono l’assetto di una società in cui stanno scomparendo le prove che una volta venivano definite “riti di passaggio” al mondo adulto. L’esame di Stato forse è l’ultimo rimasto, ma evidentemente la tendenza è quella di distruggerlo per paura di affrontarlo. Non intendiamo trascinare oltre una polemica sterile e puerile che ci ha profondamente ferito, ma forse ci ha anche insegnato ad essere meno sprovveduti, quindi non ci saranno altre comunicazioni da parte nostra.
Auguri per il vostro futuro.
Le commissarie
interne della Commissione Quinta E e Quinta F

 

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