Nei giorni i giudici delle Sezioni unite della Cassazione hanno accolto il ricorso del ministero dell’Istruzione e del Comune di Torino contro le sentenze di primo e secondo grado (dopo i ricorsi di un gruppo di famiglie riunite) che avevano concesso la possibilità di consumare nelle mense scolastiche pasti portato da casa. Ora, invece, è stato stabilito un nuovo principio secondo cui non esiste un «diritto soggettivo» a mangiare il panino portato da casa «nell’orario della mensa e nei locali scolastici» e la gestione del servizio di refezione è rimesso «all’autonomia organizzativa» delle scuole. «Il tempo mensa fa parte del tempo scuola perché condivide le finalità educative del progetto formativo scolastico di cui è parte. Consumare il pasto insieme riveste una funzione di “socializzazione e comunità”». E adesso? Innanzi tutto si aspettano indicazioni dal ministero dell’Istruzione rivolte ai dirigenti scolastici. A Mondovì la scelta del “panino da casa” ha coinvolto nell’ultimo anno scolastico 55 alunni. «Affronteremo la tematica nei prossimi giorni – ci dichiara l’assessore Luca Robaldo –. Gli spazi per il servizio potrebbero anche essere mantenuti, ma aspettiamo indicazioni dagli Istituti comprensivi».
Vuoi essere sempre aggiornato sulle novità?Iscriviti gratis alla nostra newsletter