La vita di un festival in genere si sviluppa su più giorni e quindi, come è lecito presupporre, difficile che i giorni si ripetano o che siano uguali gli uni agli altri. Se nel venerdì abbiamo trovato qualche chicca, il sabato si cominciano a mettere insieme i pezzi del puzzle ed a vedere l'idea dietro al festival. Comincia a rimanere qualcosa che, memorabile o meno, solletica l'idea di fissare dietro un paio di punti.
Il look improponibile di Adam Naas
Si presenta sul palco con maglietta leggera bianca (e una scritta sulle spalle che "svela" le origini francofone), occhiali da sole - che nasconderanno per i primi brani del live un pesantissimo trucco nero, a striscia, sugli occhi -, pantaloncini a righe particolarmente corti che paiono presi da un pigiama, calzettoni di spugna fino al ginocchio e mocassino lucido. Ecco forse se ci si fermasse al look, chi scrive non avrebbe scommesso un euro su Adam Naas, ma quando mostra, oltre ad una voce eterea che gioca sul farsetto, le sue doti da cantante soul la storia cambia e parecchio. Naas è una forza della natura e cattura il pubblico sia per il live che propone sia per i brani accattivanti. Poco o nulla di nuovo o in più rispetto a quanto si può esser sentito in passato nel genere, ma grande forza comunicativa che arriva, a pieno. Una bella sorpresa
Le giovani fan di Hozier che ascoltano One True Pairing
Non era mai capitato ancora a TOdays festival di vedere delle fan in prima fila dall'inizio della giornata per uno dei propri idoli. Almeno fino all'edizione 2019. Qualcuna era presente sin dal primo live, ma è con quello di One True Pairing che un capannello abbastanza ingente di teenagers prende spazio davanti alle transenne in attesa di quello che sarà, da lì a (ancora) 3 ore, il live tanto atteso.
Per quanto riguarda la "cronaca" relativa al cantante inglese invece si può aggiungere che, forse (in modo opposto rispetto a Naas) i video su youtube (qui) impressionano un po' di più rispetto al live proposto: una bella voce e, anche qui, tanto sabor '80s, ma avrebbe convinto di più se i brani fossero stati più coinvolgenti; in realtà, alla lunga, il live si è fatto un po' troppo ripetuto. Rimandato
I timpani vibranti coi Low
Uno dei live più attesi, almeno per chi scrive. E le aspettative non sono state disattese. Un live vibrante, sotto tutti i punti di vista: per le emozioni e per i sensi, scossi dai fragorosi suoni della band americana. Post rock come dio comanda, per gli appassionati del genere ed una esperienza di vita per chi si è trovato, malcapitato, in quel momento sotto il palco. Suoni non forse perfetti (il limite tra la vibrazione sonora ed il fastidio, ai timpani, è qualcosa di labile), ma un live che va ascoltato almeno una volta nella vita. Rispetto ad altre band i Low si pongono a metà nel genere: meno incedere incalzante, e tamarro, come potrebbero essere i Mogwai, meno fastidio sonoro rispetto agli Swans (ancora nessuno è riuscito a battere Michael Gira e soci, ad oggi).
Hozier. Idolo delle folle
L'Irlanda per quanto possa essere un piccolo paese ha la capacità di sfornare delle esperienze musicali che riescono con elevatissima frequenza ad andare ben al di là dei propri confini. L'esperienza di U2 e Damien Rice - quello che si ritiene invece essere l'ultimo epigono, Ed Sheeran, è irlandese solo di origine - ne sono un esempio. Di Bray invece (contea di Wiclow, vicino a Dublino) è Andrew Hozier-Byrne, ragazzone dalla folta chioma che ha incantato i fan venuti apposta da tutta Italia per vedere dal vivo il proprio beniamino. Il progetto musicale è assai ben costruito, le canzoni fanno il loro dovere, così come gli 8 intepreti che si dimenano per una buona ora e mezza durante il live. Tutti contenti e soddisfatti.
The Cinematic Orchestra. Meglio la seconda
L'incontro con la Cinematic di ieri è stato il secondo, almeno nella storia musicale personale di chi scrive. Ed il secondo appuntamento, dopo quello di Venaria Reale (al Teatro della Concordia) di quasi 4 anni fa, è stato decisamente meglio del primo. Soprattutto meno ingessato. Nonostante l'orario - e l'annessa durata del live (una intensa e abbondante ora e mezza di suono - la band ha tenuto incollato lo spettatore con un set appagante e ricco di suggestioni. Anziché limitarsi a presentare l'ultimo disco (uscito nel 2019) la band accompagna il live con una scaletta variegata attingendo molto anche dalle esperienze iniziali di Motion: una lunga cavalcata sonora tra musica contemporanea, rock e jazz all'insegna dello stupore
Dal profilo Instagram: qui
Il grande rammarico
Alle 2 della mattina, non aver retto il cambio palco che avrebbe portato a chiudere la serata il collettivo di The Art of Noise (qualcuno che ha vissuto gli anni '90 ricorderà Max Headroom, qui oppure un video alquanto insolito di Kiss, cantata da Tom Jones, qui)
E ora?
Pronti a tuffarci nell'ultima giornata di festival.
Per scoprire qualcosa sulla terza giornata, due coordinate: questa qui, interna; e questa invece direttamente da TOdays.
Per sapere invece cosa è successo nel primo giorno dell'edizione 2019, il link è questo qui.