Le mongolfiere, si sa, sono la caratteristica di Mondovì: dalla fine degli anni '70 si è formata in città una tradizione riconosciuta a livello internazionale. E l'Unione Monregalese ha sempre seguito con interesse le manifestazioni, cercando anzi sempre di evidenziare l'importanza di questa eccellenza cittadina. Ma quando è stata la prima volta che l'Unione ha parlato di mongolfiere? Siamo andati a spulciare negli archivi, e il risultato è interessante.
La prima volta che appare il termine è il 23/03/1902, poco dopo la fondazione del giornale come "Risveglio cattolico", nel 1898. Come tipico di quell'epoca della rivista, ancora legata anche a una pruderie un po' polverosa, la mongolfiera è evocata per parlare della vanità femminile nella storia, ammonendo le giovani fanciulle di non imitare tali esempi. "La regina Elisabetta lasciò alla sua morte 3000 vestiti. A quell’epoca le donne portavano
gonnelle a cerchi da farle sembrare tanti palloni Mongolfieri." si dice infatti al culmine di un elenco di esempi vanesi.
Il primo (possibile) resoconto reale di una mongolfiera appare l'8 novembre 1924, e si tratta di una cronaca da Briaglia che appare in prima pagina e prosegue all'interno, a pagina 2. L'associazione combattenti celebra l'anniversario della Vittoria nella prima guerra mondiale. Siamo, chiaramente, nei primi anni dell'età fascista, iniziata con la marcia su Roma del 1922. Il regime non è ancora pienamente sviluppato nella sua forma totalitaria, che verrà dopo l'omicidio Matteotti e le leggi fascistissime del 1926, ma è già attento alla celebrazione della propria continuità con la Grande Guerra ("Maestà, le porto l'Italia di Vittorio Veneto!" affermò Mussolini nel prendere l'incarico di governo dopo la famigerata Marcia), tramite le associazioni combattentistiche, tendenzialmente favorevoli al duce.
L'Unione riferisce positivamente dell'evento, ma non fa alcun riferimento al nuovo regime, limitandosi a citare le "autorità civili" e al limite la monarchia. Al culmine della cerimonia,
"Tutti si recano poi in Chiesa, dove viene cantato dall’Orchestra e dal popolo un solenne Te Deum di ringraziamento per la Pace e per la Vittoria. Dal piazzale della Parrocchia si fanno innalzare due mongolfiere, mentre la Banda tiene concerto e le Campane suonano a festa. Autorità e rappresentanze sono poi invitate nel locale della Sezione per una bicchierata di ringraziamento e di augurio e per sentire la parola alta e vibrante di patriottismo dell’ avv. Allari, delegato della Sezióne Combattenti di Mondovì, con altri tre cari amici, alla cerimonia di Briaglia."
Forte il dubbio che si sia trattato magari di due palloni senza equipaggio (Stando a John Aimo, molto probabilmente erano mongolfiere di carta, usate alle feste) ma, in ogni caso, è la prima attestazione non metaforica del termine.
Altro riscontro interessante appare il 07/08/1926, poco dopo.
Si parla, come si può vedere, dell'istituzione di un santo per l'aeronautica, in tumultuoso sviluppo nel corso degli anni '20 (dalla pionieristica fase della Grande Guerra, la "cavalleria dell'aria", sarà determinante dal secondo conflitto mondiale in poi). Il santo dell'aria è connesso alle mongolfiere, e si tratta proprio di un mongolfierista, l'abate Carlo Carnus (qui la pagina di wiki francese sull'autore), autore di un primo volo nel 1784 - l'anno dopo i Montgolfier - approvato dal vescovo e finanziato anche dal clero locale. Carnus - partecipe di quel momento positivo del progresso illuminista, approvato anche dalla chiesa - fu poi assassinato durante la rivoluzione francese, cosa che ne rendeva possibile l'avvio di un processo di beatificazione.
Insomma, il legame tra l'Unione, Mondovì e le mongolfiere è storico. Speriamo possa continuare felicemente per molti e molti anni ancora.