Ale Barbero al Cirque du Soleil. Alessandro è tornato in Italia dopo la sua trasferta in Arabia Saudita: un’opportunità davvero imperdibile per lui, soprattutto in chiave futura. Questo viaggio “di lavoro” non è stato come tanti altri, a rincorrere medaglie su e giù per le rampe di mezzo mondo.
Questa volta la finalità non è stata la competizione ma l’arte, e le pedane non erano quelle di uno Skate Park ma le scintillanti piste del Cirque du Soleil, una delle più grandi aziende del mondo dello spettacolo contemporaneo, nonché il circo attualmente più famoso e gettonato del mondo.
Il Cirque, con la sua filosofia innovativa, tenta di portare l’arte circense nel contemporaneo, rinunciando a un’idea di spettacolo obsoleta e inserendo un filo narrativo e una cornice artistica forte intorno agli spettacolari numeri.
Tra le idee del Cirque c’è anche la contaminazione tra arti diverse, portando sulle pedane oltre all’arte puramente circense anche altre discipline, come recitazione, danza, sport, burlesque, musica (sempre rigorosamente dal vivo).
Ale Barbero al Cirque du Soleil
Proprio in questa chiave i talent scout del Cirque reclutano atleti di primo piano per gli show, e Alessandro Barbero è stato contattato dallo sciatore Jean Damien Climonet, che lo ha seguito per monitorare la sua attività, per poi invitarlo a partecipare a una serie di cinque spettacoli in Arabia Saudita.
Il rider, raggiante per l’esperienza, ci ha raccontato com’è andata. «Sono partito il 2 settembre, torno a casa dopo 3 settimane. Climonet mi ha ingaggiato a Montpellier, durante la gara di Coppa del mondo. Questo spettacolo, “Ksa”, è il 2º show di bmx della storia del Cirque du Soleil. Il primo è “Volta”, in tour negli Stati Uniti con cinque o sei rider tra gli artisti. Questo nuovo progetto ha debuttato nei giorni della festa nazionale dell’Arabia Saudita ad Al Kobar, nei pressi di Amman. È un’opportunità incredibile per me, lavorare per il miglior circo del mondo è uno dei sogni che avevo nel cassetto fin da bambino».
I cinque spettacoli hanno avuto un esito più che positivo per Alessandro: «È stato super emozionante. C’è molto coinvolgimento, da parte di tutti gli artisti. Le giornate sono volate, sono andate benissimo. Non ho fatto errore durante i cinque spettacoli, che sono stati uno più bello dell’altro. Abbiamo avuto l’onore di esibirci di fronte a re Salman». Lo spettacolo è una realtà diversa rispetto allo sport, con insidie diverse.
«Avevamo costumi ad hoc approntati dai costumisti, trucco, dovevamo adattarci molto. Non era la solita esibizione: la bici era ricoperta di tape cromato, dovevamo adattarci alle luci e il set-up non è stato facile. Comunque ci siamo adattati tutti, io e il resto della crew, un ragazzo australiano, un colombiano e due canadesi. Lo spettacolo era tutto basato sul tema dell’uguaglianza tra uomo e donna. Non è un caso che abbia debuttato in Arabia Saudita dove è una questione aperta».
La produzione è stata di altissimo livello: «Si prendono cura di noi artisti a 360 gradi. Ti senti bene, sei rilassato. La sicurezza è la prima cosa: abbiamo avuto circa due settimane di prove per costruire acrobazie, sincronizzazioni e sezioni, tutte cose pericolosissime, non potevamo permetterci errore. Forse è stata l’esperienza più grossa e bella che abbia sperimentato nella mia carriera. Spero tanto in questi anni di muovermi in questa direzione, anche perché il prossimo sarà l’ultimo anno che faccio competizioni. Proverò a qualificarmi per Tokyo. Loro sono rimasti stupiti di quanto siamo riusciti a fare in così poco tempo, quindi credo che abbiamo fatto buona impressione sulla produzione, spero che mi richiamino in futuro».
Vuoi essere sempre aggiornato sulle novità? Iscriviti gratis alla nostra newsletter